Un rabbino di 57 anni picchiato perche’ ebreo da una banda di balordi, davanti agli occhi di sua figlia. Berlino non ci sta, e indossa la Kippah (il copricapo ebraico) per reagire all’aggressione subita martedi’ scorso, nel quartiere di Schoeneberg, da Daniel Alter, 57 anni, primo rabbino ordinato in Germania dopo l’Olocausto.

Il simbolo del rispetto e dell’umilta’ di fronte a Dio viene adottato da politici e personaggi noti, in un’iniziativa lanciata dal tabloid cittadino ‘BZ’. Anche il sindaco Klaus Wowereit si e’ fatto fotografare con il copricapo degli ebrei osservanti: ”Io invito i berlinesi a partecipare alla prima ‘Lunga notte delle religioni’ stasera a Berlino – ha detto dalle pagine del tabloid -. Sarebbe un segnale per il rabbino, cosi’ come io oggi porto la Kippah”. Dalle 18 i templi della capitale saranno aperti al pubblico fino alle 23, per favorire il dialogo fra le religioni. E sono circa 50 quelle professate nella capitale (75 le organizzazioni coinvolte nell’iniziative). Chi ha aderito alla manifestazione di solidarieta’ di BZ appare oggi sulle prime pagine del giornale con la Kippah ed esprime indignazione per questo episodio di violenza antisemita: ci sono attori, deputati, artisti e cittadini comuni. L’aggressione risale a martedi’ scorso, quando il religioso, che si trovava insieme alla figlia di 7 anni, e’ stato accerchiato per strada da 4 giovani, probabilmente di origine araba. ”Sei ebreo?”, gli hanno chiesto. Quindi lo hanno circondato e hanno iniziato a malmenarlo e insultarlo, minacciando di morte la bambina, appena prelevata dal padre da una lezione di pianoforte. ”E’ spaventosa la sfrontatezza con cui mi hanno insultato e colpito davanti agli occhi di mia figlia”, ha raccontato il rabbino il giorno dopo. La moglie ha dichiarato di avere paura adesso: ”Sanno dove abitiamo”. La violenza cieca di quattro energumeni, sui quali indaga la polizia, ha scioccato l’opinione pubblica tedesca. E oggi viene stigmatizzata – dalle pagine del Tagesspiegel – dal presidente del Consiglio Centrale degli ebrei della Germania, Dieter Graumann. ”Noi ebrei non ci nascondiamo, non abbiamo paura – ammonisce -. Non ci lasciamo intimidire. Chi aspetta questo, aspettera’ per l’eternita”’. ”Io non permettero’ che l’ebraismo possa essere vissuto solo nel retrobottega – ha proseguito il leader della comunita’ -. Al contrario, costruiremo un futuro positivo e pieno di passione per la comunita’ ebraica in questo paese”. Graumann critica anche i toni del recente dibattito sulla circoncisione, talvolta ”poco rispettosi”. In Germania ha sollevato molte polemiche (e una durissima condanna dalla comunita’ ebraica) la sentenza di un giudice che ha condannato un medico per aver circonciso un bambino musulmano (andato poi incontro a problemi). La circoncisione e’ stata equiparata a un ”reato”, in quanto violerebbe l’integrita’ del minore. E adesso il Bundestag sta correndo ai ripari.

 

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