Era 13 settembre del 1848. Phineas Gage, come al solito, era alle prese con bulloni e travi di ferro sul suo polveroso luogo di lavoro. C’era una ferrovia da costruire e lui era il supervisore del cantiere per la linea Rutland-Burlington nel Vermont. Ma piu’ che per l’opera di viabilita’, Gage e’ passato alla storia per un ‘giallo medico’ che lo ha visto protagonista.

Un mistero che ha arrovellato per secoli i camici bianchi di tutto il mondo. Stava armeggiando con un punteruolo lungo un metro per pressare dentro una roccia della polvere da sparo. All’improvviso un boato: si innesca accidentalmente un’esplosione e il punteruolo si trasforma in una lancia che trafigge il viso di Gage. L’arnese buca la guancia sinistra, lo trapassa ed esce fuori dalla parte superiore della testa. Inspiegabile per la scienza e’ quello che succede subito dopo: Gage non muore sul colpo, non si accascia, ma continua come se niente fosse ad essere lucido. I testimoni dell’incidente racconteranno che l’asta e’ stata poi ritrovata, “imbrattata di sangue e cervello”. Quello di Gage diventa lo strano caso di una morte scampata e di una rinascita: miracolosamente, agli occhi dei neuroscienziati increduli, l’uomo sopravvive a un incidente che gli distrugge gran parte del lobo frontale sinistro. Ma ancora piu’ misteriosi per gli esperti sono gli effetti provocati dall’infortunio sulla sua personalita’: Gage si trasforma dal 25enne affabile che era in una persona intrattabile, preda di alti e bassi dell’umore, irriverente e blasfema. Una trasformazione che porta i suoi amici ad affermare con decisione che “quello non e’ piu’ Gage”. Diversi scienziati hanno studiato il caso negli anni, l’esatta traiettoria dell’asta nel cervello dello sfortunato manovale, l’angolatura della lesione alla corteccia cerebrale, l’impatto che ha avuto sul carattere. La sua storia torna in auge perche’ si e’ guadagnata uno spazio sulla rivista ‘Plos One’. Un team di ricercatori dell’Ucla (University of California, Los Angeles), sulla base di dati raccolti nel 2001 sul cranio di Gage esposto al museo dell’Harvard Medical School, hanno realizzato per la prima volta una simulazione dell’incidente. Hanno quindi indagato sul danno alle connessioni della materia bianca che legano diverse regioni del cervello. Ed e’ proprio li’ che, secondo gli scienziati, si nasconde la spiegazione del passaggio irreversibile di Gage da dottor Jakill a mister Hide. Il cranio di Gage ha ormai 189 anni ed e’ fragile, dunque non e’ possibile sottoporlo a esami di imaging. Cosi’ gli esperti hanno scovato l’ultima tomografia eseguita, risalente al 2001, che si era persa al Brigham and Women’s Hospital, e sono riusciti a ricostruire le scansioni a una risoluzione di qualita’ piu’ alta che ha reso possibile creare un modellino del teschio di Gage. Il passo successivo e’ stato usare un metodo computazionale per simulare l’esatta traiettoria della lancia e integrare le informazioni disponibili con immagini moderne del cervello di un uomo con le stesse caratteristiche e la stessa eta’ di Gage. A quel punto, per gli scienziati e’ stato possibile ricostruire l’anatomia dell’operaio e valutare i danni dell’incidente. Jack Van Horn, un neurologo dell’Ucla, e i suoi colleghi hanno osservato che anche se circa il 4% della corteccia cerebrale e’ stato trafitto dall’asta di 6 chili spessa 3 centimetri, in realta’ piu’ del 10% della materia bianca e’ stato lesionato con danni estesi alle connessioni, cosa che ha dato il maggior contributo al cambiamento di personalita’. La materia bianca e la sua guaina mielinica collega miliardi di neuroni che permettono di ragionare e ricordare. “Quello che abbiamo osservato e’ una significativa perdita di materia bianca che connette la regione frontale sinistra e il resto del cervello di Gage – spiega Van Horn – e pensiamo che la distruzione di questa rete del cervello lo abbia notevolmente compromesso”. Le connessioni perse si trovavano fra la corteccia frontale sinistra, temporale sinistra, frontale destra e la struttura limbica sinistra del cervello e questo ha avuto effetti sulle sue capacita’ e sulle sue funzioni emozionali. Il povero Gage ha visto cambiare da un giorno all’altro la sua personalita’, ma non tutte le funzioni sono state compromesse, tanto che e’ riuscito a viaggiare e a trovare un impiego come autista di diligenze per diversi anni nell’America del Sud. E’ morto a San Francisco 12 anni dopo l’incidente. “L’estesa perdita di connettivita’ nella materia bianca in entrambi gli emisferi e’ simile a quella di cui soffrono i pazienti con lesioni da trauma cranico – osserva Van Horn – e ci sono analogie anche con alcune mlattie degenerative come l’Alzheimer in cui le connessioni neurali si degradano nei lobi frontali e questo si collega a profondi cambiamenti comportamentali”.

 

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