La Grande Muraglia Cinese, uno dei monumenti più visitati al mondo, è molto più lunga di quanto si pensava. Secondo gli ultimi calcoli, infatti, agli 8.850 chilometri calcolati nel 2009, si devono aggiungere altri 12.250 chilometri circa, per un totale esatto di 21.196,18 chilometri, più di due volte la distanza tra Pechino e New York.
Cifre incredibili, non solo se si pensa che oltre 12 mila chilometri non spariscono e riappaiono così all’improvviso, ma soprattutto perché la Cina, secondo l’ufficio turistico di Pechino, si estende per una lunghezza di 5.500 km da nord (a partire dal fiume Heilongjiang, a nord del fiume Mohe, nella provincia dell’Heilongjiang) a sud (fino alla scogliera di Zengmu sull’arcipelago di Nansha); per 5.200 km da est (alla confluenza dei fiumi Heilongjiang e Usulijiang) ad ovest (sull’altopiano del Pamir nel Xinjiang). Per contenere tutta la muraglia, che non segue tutto il paese, significa che quest’ultima in alcuni tratti per più di una volta deve ripiegare su se stessa. Ma lo studio condotto dalla Sach, l’Amministrazione Statale per il patrimonio culturale della Cina, è certo della bontà dei calcoli. In realtà si tratta della prima volta che si procede ad una misurazione completa dell’opera che è considerata la massima attrazione turistica del paese del dragone. In precedenza, infatti, era stata considerata solo la parte costruita sotto la dinastia Ming e non tutte le parti costruite in precedenza. L’inizio della costruzione della Muraglia risale a molto prima, intorno al 475 a.C. e via via, nel corso dei secoli, le varie dinastie succedutesi ne hanno aggiunto parti. Attualmente però, anche a causa delle folle dei turisti che arrecano danni, solo l’8,2% della muraglia costruita sotto la dinastia Ming è in buone condizioni, il 74,1% invece ha subito forti danni. La Muraglia si estende su 15 tra province, regioni autonome e municipalità ovvero Pechino, Tianjin, Hebei, Shanxi, Mongolia Interna, Liaoning, Jilin, Heilongjiang, Shandong, Henan, Shaanxi, Gansu, Qinghai, Ningxia e Xinjiang. In alcuni tratti sono rimaste solo le fondamenta. Entro il 2015 la Sach intende elaborare un piano per la protezione della Muraglia e per la creazione di un sistema efficace di monitoraggio e di allarme per garantire una sua maggiore protezione. Già nel 2006 il governo centrale iniziò ad occuparsi del problema prevedendo una serie di norme finalizzate alla raccolta di fondi da destinare alla tutela di questo sito archeologico. Furono anche vietate le attività commerciali sulla muraglia e furono intensificati i controlli per evitare danneggiamenti da parte dei visitatori (molti dei quali, specie in passato, erano soliti staccare piccoli pezzi del muro da portare via come ricordo). Tuttavia, secondo i funzionari del dipartimento per la protezione dei beni culturali, il problema è che spesso i controlli vengono fatti in maniera adeguata solo nei tratti più conosciuti della muraglia mentre ci sono interi tratti, anche molto lunghi, che sono abbandonati a sé stessi, e dove quindi eventuali danneggiamenti non sono scoperti in tempo e adeguatamente sanzionati. “Questo studio è molto importante – ha commentato all’agenzia Nuova Cina Tong Mingkang, vicepresidente della Sach – perché per la prima volta consente di avere un quadro chiaro e comprensivo della situazione della muraglia nelle varie regioni che può rappresentare una solida base per il lavoro che occorre fare d’ora in poi per proteggere questo importantissimo monumento nazionale”. La grande muraglia cinese è stata inserita nella lista dei siti patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1987.