La navetta russa Soyuz ha compiuto il primo viaggio alla Stazione spaziale internazionale in sole sei ore, anziche’ in due giorni. Lanciata alle 21:43 (ora italiana) del 28 marzo, ha raggiunto la stazione orbitale alle 3:29, quattro minuti prima del previsto, dopo aver percorso quattro orbite in una traiettoria assistita dal centro di controllo a Terra.

La navetta si e’ agganciata al modulo russo Poisk della stazione orbitale, al quale si e’ avvicinata grazie alla stessa tecnologia a bordo del cargo senza equipaggio russo Progress. La manovra di aggancio e’ avvenuta senza problemi, mentre la Stazione spaziale si trovava sul Pacifico, in corrispondenza delle coste del Peru’. Questo ‘viaggio lampo’ alla Iss avvenuto nell’arco di nemmeno sei ore era stato sperimentato in precedenza con tre voli di rifornimento del cargo Progress, quindi senza equipaggio. Questa e’ stata la prima missione con uomini a bordo a sperimentare la nuova traiettoria di volo. Affrontarla ha costretto i tre astronauti a restare svegli e al lavoro per 21 ore consecutive, ma in compenso ha evitato loro il disagio di dover trascorrere due giorni nello spazio angusto della Soyuz, come accadeva quando la navetta russa affrontava la traiettoria tradizionale. Nel prossimo viaggio ‘veloce’, in programma a fine maggio, la navetta viaggera’ autonomamente e a bordo ci sara’ l’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Luca Parmitano. La navetta porta sulla stazione orbitale il nuovo equipaggio, del quale fanno parte l’americano Chris Cassidy, della Nasa, ed i russi Pavel Vinogradov e Alexander Misurkin, dell’agenzia spaziale russa Roscosmos. Sulla Stazione Spaziale Cassidy, Vinogradov e Misurkin incontreranno il canadese Chris Hadfield , l’americano Tom Marshburn e il russo Roman Romanenko of Roscosmos, che sono a bordo dal dicembre 2012.

 

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