Minuscole strisce di velcro scovano le tracce di mercurio nell’acqua: e’ la tecnica messa a punto in Svizzera, nel Politecnico di Losanna, e descritta sulla rivista Nature Materials. L’ha messa a punto il gruppo di ricerca guidato da Francesco Stellacci e si basa sulla possibilita’ di utilizzare minuscole strisce di vetro ricoperte di minuscoli peli ai quali cui possono aggrapparsi metalli pesanti e tossici come mercurio e cadmio.

La tecnologia consente di testare in modo facile ed economico la presenza di queste sostanze in acqua e, soprattutto, nel pesce che mangiamo. Il nuovo metodo e’ in grado di misurare il mercurio metilico, la forma piu’ comune di inquinamento da mercurio, in concentrazioni microscopiche senza precedenti. Questa forma di mercurio si accumula in modo proporzionale alla catena alimentare, raggiungendo i piu’ alti livelli, fino ai grandi pesci predatori come il tonno e il pesce spada. Negli Stati Uniti, Francia e Canada, le autorita’ sanitarie consigliano alle donne in gravidanza di limitare il consumo di pesce perche’ il mercurio potrebbe compromettere lo sviluppo del sistema nervoso nel feto in via di sviluppo. ”Il problema – spiega Stellacci – e’ che le tecniche di monitoraggio attuali sono troppo costose e complesse. Periodicamente vengono verificati i livelli di mercurio nell’acqua potabile e, se i risultati sono buoni, si ipotizza che i livelli siano accettabili, almeno entro questi periodi di test”. Secondo i ricercatori con questa tecnologia, ”sara’ possibile eseguire test su una scala molto piu’ vasta, anche nel pesce prima di essere immesso nel mercato. Una misura necessaria per la salute pubblica, data la natura tossica del metilmercurio e il modo estremamente complesso con cui si diffonde nell’ambiente e si accumula nei tessuti viventi.

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