I massimi esperti di salute pubblica del governo Usa hanno stabilito che nessun uomo, di nessuna eta’ dovrebbe venire sottoposto di routine al test sull’antigene specifico della prostata, in sigla PSA. Effettuato di routine durante i check-up annuali su tutti gli uomini oltre i 50 anni di eta’, l’esame misura la presenza di una proteina del sangue che non indica direttamente la presenza di tumore ma ne segnala la possibilita’.

Ma la “Us Preventive Services Task Force” ha giudicato l’efficacia del test a livello ‘D’, il piu’ basso, ed ha sentenziato che i rischi di screening di massa sulla popolazione per questo antigene superano i possibili benefici. La decisione pubblicata sulla rivista “Annals” di Medicina Interna e’ stata accolta con stupore e reazioni opposte nella stessa comunita’ medica e scientifica. Secondo i dati elaborati dalla commissione “ci sono prove convincenti che il numero di uomini che dopo 10-15 anni dal test sull’antigene evitano la morte per tumore della prostata e’ molto basso”. Gli esperti osservano che d’altro canto una cosa e’ certa:i risultati falsi-positivi fanno scattare una ulteriore serie di analisi e trattamenti spesso invasivi con possibili seri effetti collaterali. Il test PSA inoltre anche nel caso in cui individui correttamente la presenza di cancro non distingue se si tratta di un tumore aggressivo o di uno che non progredirebbe: “molti uomini – scrive la Task Force – sono soggetti a terapie rischiose per un tumore della prostata che non diventerebbe mai sintomatico”.

 

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