”Ho il timore che Acerra sia vittima di un disegno più grande, e che la popolazione sia destinata a diventare ‘scarto’ perché i signori della distruzione del creato e della morte così hanno deciso”: lo ha detto il vescovo di Acerra (Napoli), monsignor Antonio Di Donna, nel corso della omelia della Santa Messa celebrata nel cimitero nel giorno della commemorazione dei defunti, lo stesso dove sono sepolti molti giovani morti di tumore negli ultimi anni, ”deceduti a causa dell’inquinamento ambientale”. Di Donna ha anche lanciato un appello alle istituzioni a non bruciare nell’inceneritore di Acerra le ecoballe provenienti dal sito di stoccaggio di Coda Di Volpe ad Eboli (Salerno), contro le quali si sono schierati centinaia di cittadini che l’altro giorno hanno anche chiesto ”aiuto” agli amministratori comunali durante una seduta di Consiglio. ”Condivido le preoccupazioni di queste mamme e dei loro figli – ha precisato il vescovo – perché ogni famiglia ad Acerra vive il dramma di un malato di cancro”. Alla Regione, Di Donna ha chiesto di ”dialogare con il popolo, evitando di far cadere su Acerra il peso del problema rifiuti di tutta la Campania, e di dare finalmente le garanzie giuste per il risanamento del territorio”. Quindi l’appello al governatore Caldoro ed al Prefetto di Napoli a ”sospendere l’arrivo delle ecoballe da Eboli e a dialogare con la gente”. Dal vescovo anche l’invito al sindaco Raffaele Lettieri, che l’altro giorno ha chiesto al prefetto di convocare un incontro urgente con Regione, Comune e cittadini, per discutere dell’arrivo delle ecoballe di Eboli, di ”fare un atto di coraggio contro lo smaltimento di quei rifiuti”, ma ha anche invitato i cittadini a considerare la fascia tricolore ”non come un nemico, ma come un alleato”. Infine, una precisazione: ”Il dramma ambientale – ha concluso il vescovo – può essere soggetto a strumentalizzazioni politiche in questo tempo in cui si avviano campagne elettorali importanti, ma Di Donna non si farà certo tirare da una parte o dall’altra”.