NAPOLI – “Sono la dignità dell’uomo e il bene comune dell’umanità a essere sacrificati quando si impedisce la trasmissione della vita o la si soffoca con l’aborto”. Lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nel corso dell’omelia per la XXXV Giornata per la vita.
Lo stesso discorso, ha sottolineato, vale anche quando “non si dà adeguata assistenza alla vita che nasce debole e ha bisogno di essere curata e assistita”. “Tutelare le necessarie relazioni familiari e le scelte intese a trasmettere la vita all’interno della coppia coniugale e della famiglia”. Così il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nel corso dell’omelia per la XXXV Giornata per la vita. “Non esistono altre soluzioni – ha affermato – come alcuni propongono perché queste altre soluzioni sono solo surrogatorie o negazione della vita stessa”. “Donare e generare vita – ha sottolineato – è la consegna che Dio ha affidato a ogni uomo e donna, segno di vittoria contro ogni forma di egoismo”. “Dobbiamo riscoprire l’amore autentico tra l’uomo e da donna, il vero amore che, a immagine e somiglianza di Dio, è fondato sulla logica del dono”. Secondo Sepe bisogna puntare a “fare famiglia, in una prospettiva di fecondità, in contrasto con alcune tendenze demagogiche e ideologiche”. La messa è sta seguita da una ‘passeggiata in famiglia’, sotto la pioggia, per celebrare la vita. A Napoli la XXXV Giornata nazionale per la vita, promossa dalla Cei, ha visto in corteo per le strade del centro della città circa 1500 fedeli, tra movimenti e associazioni che difendono e promuovono la vita, famiglie, volontari. Il corteo è partito da piazza Dante e ha raggiunto piazza del Plebiscito dove, nella Basilica di San Francesco di Paola, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che ha preso parte alla marcia, ha celebrato la messa.