Sindaci e scuole, comitati e associazioni, medici e mamme della terra dei fuochi. Ma anche parrocchie e cittadini comuni. Monsignor Antonio Di Donna ha invitato tutti martedì 29 aprile 2014 alle 18.30 nella cattedrale di Acerra. Pastore e popolo insieme, per parlare di quel danno ambientale che i vescovi hanno definito «dramma umanitario». Un incontro pubblico dal titolo La Chiesa nella città. Per il futuro della nostra terra, nel quale saranno ricordati i «troppi» morti di cancro delle nostre città, soprattutto giovani. Fin dal suo arrivo ad Acerra, lo scorso novembre, Di Donna ha denunciato il «fallimento delle industrie, l’avidità e la stupidità con la quale alcuni hanno avvelenato la loro stessa terra e il mancato sviluppo agricolo», arrivando a definire durante i riti di Pasqua «nuovi crocifissi» le vittime dei danni ambientali. Ma il vescovo di Acerra ha anche più volte salutato come «motivi di speranza» il sorgere spontaneo di tanti comitati – pur senza nascondere il pericolo della frammentazione – e la nuova presa di coscienza degli agricoltori. Non a caso, la domenica di Pasqua ha esortato: «Svegliati Acerra, non fermarti al Venerdì Santo ma abbi il coraggio di spingerti fino alla Resurrezione. Con essa è sempre possibile correggersi e ricominciare daccapo».


 

 

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