NAPOLI – Soluzioni alternative all’area di via Caracciolo non ce ne sono e occorre fare presto per non perdere un’occasioen importante per lo sviluppo economico di Napoli. E’ questo il senso di un appello del presidente dell’Unione industriali partenopeo Paolo Graziano, che presiede anche la societa’ di scopo creata per le regate dell’America’s cup aggiudicate al capoluogo campano.
“Ci auguriamo che le amministrazioni coinvolte riescano a fare sinergia e a individuare le opportune procedure per rendere il progetto di via Caracciolo fattibile – dice Graziano, dopo la bocciatura da parte della Soprintendenza ai Beni architettonici del progetto legato al match race – e’ dal G7 del 1994 che Napoli non ospita un grande evento internazionale di questa portata. In una citta’ con il reddito procapite tra i piu’ bassi d’Italia, e dopo il disastro mondiale dei rifiuti in strada, c’e’ la volonta’ di rialzare la testa e mostrare al mondo i gioielli che abbiamo e cio’ che facciamo e sappiamo fare. Nei nove giorni delle regate si prevedono 150 mila arrivi di appassionati da tutto il mondo: tra gli albergatori, i ristoratori, le boutique di alta moda e il commercio, tassisti, interpreti, fornitori vari e tutto l’indotto che ruota attorno al turismo e alla accoglienza, c’e’ un grande e positivo fermento”.Graziano fa notare anche che nel corso dei 9 giorni dell’evento, in molti “coglieranno l’occasione anche per visitare le nostre straordinarie bellezze, le isole, la costiera, Pompei, i Campi Flegrei, il Cilento. E vogliamo coinvolgere in questo straordinario circuito le vere immense risorse artistiche e culturali di Napoli, dal teatro di San Carlo al museo di Capodimonte, dal Castel dell’Ovo a Castel Sant’Elmo, la Villa Comunale le meravigliose chiese del centro storico”. Inoltre, le regate andranno in mondovisione televisiva e in diretta internet su youtube, “opportunita’ unica di marketing territoriale. L’impatto economico, diretto e indiretto, si calcola in quasi 50 milioni di euro. E solo noi napoletani sappiamo quanto ci sia bisogno di eventi simili per un’economia in crisi come la nostra, e in una citta’ che voglia puntare su risorsa mare, ambiente, giovani, cultura e turismo. Mi auguro, spero, e voglio credere che tutto vada per il meglio. Soluzioni alternative a via Caracciolo non ce ne sono. Il problema non sono gli specchi d’acqua per le regate, ma le aree a terra”, dato che servono circa 30mila metri quadrati fronte mare e altri 10 mila metri quadrati per realizzare il Villaggio Pubblico dell’evento, nonche’ strutture per ospitare il Media Center che ospitera’ le oltre 130 testate accreditatesi da tutto il mondo”.