‘Il rapporto di fiducia tra personale medicoinfermieristico e genitori non è venuto meno sebbene ci sia una situazione di allerta per l’evento drammatico su cui non è ancora stata fatta chiarezza”. Lo ha detto Emilio Cianciulli, primario di Neuroradiologia dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, in relazione all’allarme che si è creato tra le famiglie dei piccoli pazienti della struttura a seguito del decesso della bimba dimessa lo scorso venerdì. Cianciulli, sottolineando che ”ogni evento tragico va verificato singolarmente”, ha evidenziato che l’azienda Santobono-Pausillipon ”ha condiviso a livello nazionale i protocolli di ammissione e dismissione che sono sempre rispettati”. Secondo il primario, il problema sta nell’assenza ”di una rete territoriale. I bambini – ha spiegato – quando vengono dimessi spesso non sono completamente guariti, ma in via di guarigione e, pertanto, andrebbero seguiti domiciliarmente dal pediatra medico di base, servizio che in Campania viene un po’ a mancare”. Secondo quanto riferito, il Santobono registra ”il doppio” degli accessi rispetto alle altre strutture pediatriche a livello nazionale e ha ”un carico di emergenza spropositato rispetto alla realtà regionale. Significa – ha evidenziato Cianciulli – che c’è qualcosa che non funzione nel filtro sul territorio”. I numeri parlano di un incremento di accessi del 20 per cento rispetto al 2009. Al 2014, gli accessi sono stati 11mila di cui il 90 per cento arrivano in pronto soccorso senza filtro sanitario e solo il 5 per cento per ‘codice rosso’, mentre il 67 per cento sono ‘codice bianco’ che potrebbero essere gestiti ”territorialmente, evitando l’iperafflusso al Santobono”.