TORRE ANNUNZIATA – Parlare di camorra per farla conoscere, ma senza mitizzarla. Questo il monito emerso durante il convegno ‘Letteratura e camorra’ promosso dall’associazione culturale ‘La compagnia dei trovatori’ che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei magistrati Raffaele Marino, procuratore aggiunto a Torre Annunziata e Raffaele Cantone ex magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, oggi al Massimario della Cassazione.

L’iniziativa, come spiegato da Pier Antonio Toma, presidente dell’associazione, e’ nata in seguito a due fenomeni: l’espansione degli interessi del fenomeno camorristico oltre i confini regionali ”nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e della magistratura” e, al tempo stesso, il proliferare di testi che narrano la camorra ad opera non solo di letterati, ma di chi contrasta la criminalita’ quotidianamente. Volumi, saggi che secondo l’ex pm della Dda di Napoli Cantone ”sono utilissimi per vincere il fenomeno della criminalita’ perche’ consentono alla societa’ civile di conoscere il vero volto della camorra, andando oltre gli articoli di giornale e le inchieste giudiziarie che, spesso – ha sottolineato Cantone – riescono a cogliere il fenomeno nel momento dell’emergenza, mentre – ha aggiunto – la saggistica e’ in grado di offrire una visione della complessita’ del fenomeno molto utile”. In particolare, il dibattito si e’ concentrato sulle modalita’ con cui deve essere rappresentata e narrata la criminalita’ per evitare, soprattutto nelle giovani generazioni, l’insorgere di sentimenti di fascinazione. Da Marino, l’invito a ”raccontare limitandosi alla rappresentazione dei fatti un modo per svolgere una corretta funzione di informazione e formazione perche’ – ha spiegato – la criminalita’ e l’illegalita’ permeano, in questo territorio, tutta la nostra vita”. Da Marino, inoltre, e’ stata sottolineata anche l’azion di ”intimidazione” che i poteri criminali in Campania svolgono nei confronti di chi si adopera per raccontare e contrastare la criminalita’, come giornalisti e magistrati. In sala, anche Geppino Fiorenza referente di Libera per la Campania che ha evidenziato l’importanza ”di svelare e mostrare ai giovani il sangue e la violenza che sono dietro la camorra perche’ non basta l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura, ma serve l’impegno di tutti a cominciare dai giovani perche’ – ha concluso – la vera antimafia e’ data dall’impegno quotidiano di tutti”.

 

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