L’appuntamento e’ per domani alle 17 in Piazza Giovanni Paolo II a Scampia, quartiere della periferia nord di Napoli. E’ qui che ha deciso di incontrarsi chi, negli ultimissimi giorni, si e’ riunito sotto l’hashtag #OccupyScampia, partito quasi per caso su twitter e poi cresciuto a dismisura anche sugli altri social network. A lanciare l’idea di ‘occupare’ pacificamente Scampia per sottrarla al coprifuoco che la camorra avrebbe imposto nell’area dopo gli ultimi episodi di camorra e’ stata Pina Picierno, deputato Pd: “E’ stata una reazione istintiva e arrabbiata a quanto leggevo nelle cronache su Scampia. Avevo davanti a me twitter, e ho scritto come sempre mi capita di fare”, spiega Picierno.

“Facciamogli capire che Scampia non e’ cosa loro #OccupyScampia”, questo il testo del tweet che ha dato vita in pochissimo tempo a un vero e proprio movimento nato dal basso e senza leader. “Un movimento di tutti – aggiunge – c’e’ una grande voglia di partecipare e di dire a tutti i criminali che quello non e’ il loro territorio, voglia di riprendersi quegli spazi e di dire un ‘no’ alla camorra grande come una casa”, aggiunge Picierno, che si augura “sia solo l’inizio”. Di certo, sottolinea, “mi aspetto una cosa che non e’ mai accaduta prima d’ora nel nostro paese. In altri paesi abbiamo visto primavere nascere dal web e dalla rete, ora mi aspetto che qui il successo che ha riscontrato quest’idea sulla rete si sposti nel mondo reale. Gia’ il fatto che questa cosa stia accadendo e’ una grande rivoluzione”. E ci sono gia’ le prime adesioni, da associazioni come Libera allo scrittore Roberto Saviano. Per Francesco Nicodemo, responsabile comunicazione del Pd Napoli, “occupare Scampia significa liberare le migliori energie del quartiere. E per fare questo bisogna partire da chi li’ lavora da anni, come il Gridas, il Mammut, il Centro Hurtado, le parrocchie, i comitati di cittadini, l’esperienza di Punta Corsara, gli operatori sociali, i maestri, gli educatori”. ‘OccupyScampia’, scrive Nicodemo sul suo blog, “significa accendere la luce su di loro, per dire a tutti che Scampia e’ anche molto altro dall’immagine stereotipata e mediatica, perche’ dietro al dolore e alla sofferenza ci sono tanti semi di speranza. Perche’ alla fine Scampia e’ la metafora della periferia cittadina ed e’ per questo che resta un tema politicamente universale”. E gia’ si pensa a far si’ che l’appuntamento di domani non sia un evento eccezionale, ma un punto di partenza per realizzare una sorta di reportage permanente, che partendo da un hashtag serva a chi vive e opera quotidianamente nel quartiere per mantenere ferma su Scampia l’attenzione delle istituzioni.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui