CAIVANO – Quando si parla del Parco Verde, a Caivano, la prima cosa che salta in mente sono le storie di droga, di furti, di camorra che aleggiano attorno a quest’agglomerato di edifici all’estrema periferia nord del comune napoletano. Storie che però come spesso accade nell’hinterland partenopeo non sono le sole a scrivere le pagine di comunità che riescono a far parlare di se anche per eventi di alto profilo culturale.
Come quando in un caldo martedì sera il Verde del Parco caivanese diventa sinonimo di ambiente e salute, e le navate della chiesa di San Paolo Apostolo si trasformano nella platea di un convegno organizzato per discutere delle cause che ogni notte obbligano gli abitanti di Caivano e dei comuni limitrofi a sopportare il peso di quello che padre Maurizio Patriciello ha definito un insopportabile, infernale, stomachevole fetore. Dopo i ringraziamenti allo stesso padre Maurizio da parte dell’ingegnere Augusto Albo, coordinatore della serata, i lavori entrano subito nel vivo con l’intervento del dottor Antonio Marfella, oncologo dell’istituto “G. Pascale”, storico protagonista delle numerose battaglie in difesa dell’ambiente di questo territorio il quale, individua nell’impalpabile azione dello Stato il filo conduttore di tutte le criticità che affliggono queste terre. “È inutile – tuona Marfella – mettere l’esercito a guardia delle discariche se poi non si riesce a garantire un efficace monitoraggio di quel trasporto su gomma dei rifiuti urbani, spesso crocevia dei traffici illeciti di rifiuti che non sono urbani ma tossico nocivi, in grande quantità provenienti dal un lavoro sommerso che non ha la possibilità di smaltire questi veleni per via lecita”.
“Sulla salute – conclude Marfella – basterebbe l’enorme mole dei dati diffusi in questi anni a mettere scuotere quella parte di istituzioni e cittadini che troppo spesso sembrano essere tanto attenti al sacchetto sotto casa quanto distratti di fronte alla catastrofe ambientale prodotta dallo smaltimento illecito dei rifiuti tossici. Disinteresse al quale occorre rispondere con la costituzione di comitati di difensori civici attraverso cui raccogliere le istanze della cittadinanza più sensibile e offrire aiuto a coloro che intendono intraprendere azioni concrete nella lotta su problematiche di questo tipo”. Dopo il dottor Marfella il convegno ha registrato il prestigioso intervento del Vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, che ha sottolineato la necessità di un cambiamento di uno stile di vita oggi troppo votato al consumismo e alla conseguente produzione di rifiuti, operando scelte più responsabili nel rispetto di quei rapporti umani che servono a dare forza all’azione di coloro che si battono per la salvaguardia del creato. Chiusura dei lavori affidata a Lucio Iavarone, del Comitato No discariche dei Comuni a Nord di Napoli, che ritornando sul problema del lavoro sommerso che affida alla camorra lo smaltimento illecito di scarti di lavorazione e rifiuti altamente tossici, ribadisce l’urgenza di forme di partecipazione di massa e dal basso nell’affrontare le problematiche ambientali. Denunce collettive indirizzate alla Procura della Repubblica in quanto unico strumento che lascia realmente traccia delle istanze pubbliche. Abbandono, in ambito politico, del principio di della delega che fino ad oggi non ha restituito nessun beneficio alla popolazione. Censimento e monitoraggio delle attività che producono rifiuti tossici, sistemi di video sorveglianza meno vulnerabili al vandalismo o all’azione della criminalità organizzata. Una serie di regole in sostanza da adottare quasi come autentico metodo di buon governo di un territorio.
Significativo l’intervento di padre Maurizio, che alla presenza del vescovo, con una vibrante provocazione ha minacciato le dimissioni come atto di protesta, simbolo della gravi condizioni ambientali che affligge la cittadinanza. Alla fine della serata gli organizzatori hanno dato spazio anche ad alcuni amministratori della zona tra cui il vicesindaco di Caivano, Bartolomeo Perna, il consigliere dello stesso comune di Caivano, Giuseppe Celiento, e i sindaci di Crispano, Carlo Esposito, e Frattaminore, Vincenzo Caso, e l’attivista del comitato Taverna del re Gianni Caruso, che hanno arricchito il convegno con le loro proposte e le loro testimonianze.
Vincenzo Viglione