NAPOLI – Donne, giovani, ricercatrici, entrambe napoletane: sono le vincitrici dei due premi indetti dal Cnr di Napoli, in occasione del 52esimo anniversario dalla sua fondazione. Il primo è il ‘Graziella Persino Lecture and Travel Award’; vinto da Margherita Perillo; il secondo è il ‘Premio Govani Biologi’ organizzato dal gruppo partenopeo del Club Rotary, assegnato a Valeria Tarallo.

Entrambe under 40, sono la testimonianza che fare ricerca a Napoli è possibile, ma è una costante la partenza dalla città. Un po’ per formarsi, un po’ perché si è in cerca di nuove opportunità. Perillo, ricercatrice della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, è in partenza per un’esperienza in Europa. ”Non so se tornerò o resterò fuori – dice – Di sicuro avrò la possibilità di conoscere altri scienziati”. Ha invece fatto un percorso inverso l’altra vincitrice, Tarallo. ”Sono tornata in Italia dopo tre anni trascorsi in America – racconta – Ho avuto la possibilità di essere accolta di nuovo nell’istituto nel quale ho cominciato, l’Istituto di genetica e biofisica del Cnr di Napoli”. Il direttore dell’Igb-Cnr, Antonio Simeone, ha spiegato che la difficoltà nel tornare dopo esperienze all’estero è legata ai finanziamenti della riceda.

”Oggi i filoni della ricerca si legano all’industria – afferma – e va bene così, ma la ricerca di base è ancora fondamentale”. Andrea Ballabio, direttore del Tigem, ha posto l’accento su un altro aspetto: ”I cervelli che arrivano qui da altre parti del mondo”. Al momento, nei laboratori del Tigem, ci sono ricercatori della Cina, del Giappone, degli Stati Uniti. ”Piuttosto che pensare solo al rientro dei cervelli, magari giustificati anche da legami familiari – sottolinea – pensiamo anche ai cervelli che attiriamo. Non sono turisti, vengono qui per fare ricerca nei nostri centri”.

 

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