Dalla mela annurca, alle ciliegie cervone, fino alle cicerchie: sta nascendo l’Arca di Noe’ di specie di frutta e verdura che rischiano l’estinzione. Finanziato con fondi della Commissione Europea, il progetto si inserisce nel piano di sviluppo rurale della Regione Campania.

L’obiettivo e’ ”creare una banca dei semi e del materiale genetico e una banca dati delle specie ortive, frutticole e della vite campane che non hanno una facilita’ di diffusione sul mercato e che rischiano di essere abbandonate”, ha osservato il fisico Antonio D’Onofrio, che dirige il dipartimento di matematica e fisica della Seconda Universita’ di Napoli. L’esperto fa parte anche del Centro di Ricerche Isotopiche per i Beni Culturali e Ambientali (Circe) di Caserta, che si occupa di mettere a punto la carta d’identita’ delle specie da tutelare. L’intento e’ ”anche di natura sociale e culturale – aggiunge l’esperto – e vi e’ un trasferimento di conoscenze dall’universita’ che cataloga le caratteristiche nutrizionali e organolettiche dei prodotti al mondo produttivo”. Noi come laboratorio Circe aggiungiamo una caratteristica innovativa: ossia realizziamo la carta d’identita’ di queste specie, analizzando i rapporti fra alcuni isotopi, ossia atomi di uno stesso elemento chimico ma con differente numero di massa. ”L’esame degli isotopi stabili ci permette di ottenere le impronte digitali di un prodotto perche’ ci aiutano a distinguere molecole che dal punto di vista chimico sono indistinguibili”, spiega una delle ricercatrici coinvolte nel progetto, Carmina Sirignano, del Circe. Per esempio aggiunge, ”lo zucchero della barbabietola e della canna da zucchero e’ identico chimicamente, ma diverso dal punto di vista isotopico”. Per ottenere la carta d’identita’ isotopica che si basa su protocolli riconosciuti a livello europeo, sottolinea D’Onofrio, si misurano per esempio i rapporti fra Carbonio 13 e Carbonio 12, Ossigeno 18 e Ossigeno 16, Azoto 15 e Azoto 14 che sono diversi per ogni specie ma non solo. Questi rapporti sono diversi persino fra le stesse specie cresciute in posti diversi perche’ dipendono anche dalle caratteristiche dell’acqua, del suolo, dal concime assorbito dalle piante. Al progetto partecipano il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (Cra), l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran)-Ente Nazionale per Sementi Elette (Ense), le universita’ di Salerno, del Sannio e la Seconda Universita’ di Napoli.

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