NAPOLI – Vengono dall’Est europeo, sono filippini, cingalesi, e molti anche napoletani: sono gli ‘invitati’ al Pranzo della Vigilia, iniziativa di beneficenza promossa dalla Camera di Commercio di Napoli, e giunta alla XVI edizione. Poco dopo le 12, nella galleria Principe di Napoli, gli oltre 200 volontari hanno accolto i meno abbienti, indicando loro i posti dove accomodarsi. Qualcuno corre, ma gli scout, tra i volontari, spiegano loro che non ce n’é bisogno: c’é posto per tutti.

Sono oltre mille gli ‘ospiti’ dell’iniziativa che rientra nel programma più generale messo in campo dall’Ente camerale ‘IlluminiAmo Napoli’. Il menù, per tutti, è quello tradizionale: mozzarella e prosciutto come antipasto, pennette alla Maria Carolina (pomodorino fresco, piselli e funghi), frittura di gamberi e calamari, rollè di vitello con patate al forno. Due giorni e due notti, hanno spiegato i cuochi, sono stati necessari per cucinare per loro. “La casa delle imprese non ragiona solo in termini di profitto, ma è vicina a chi ne ha più bisogno – ha detto Maurizio Maddaloni, presidente dell’Ente camerale – La solidarietà è il tema dominante delle iniziative che portiamo avanti”. Un Natale “difficile”, ha sottolineato, perché “accanto ai ‘vecchi’ poveri si aggiungono quelli nuovi, vittime della crisi”. Ad augurare Buon Natale ai più bisognosi, anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha rivolto un ringraziamento speciale “a chi in queste iniziative ci mette il cuore e le rende possibili”. “Vedo qui – ha affermato – la profondità delle radici della sensibilità di chi con il cuore vuole superare ogni ostacolo e dimostra che questa è veramente la città dell’accoglienza e dell’inclusione”. Sono tante le storie delle persone sedute alla tavola di Natale e tutte accomunate dalla difficoltà economica. Ô il caso di Pawel, 28 anni, originario della Polonia, a Napoli da 4 anni. “Faccio il muratore ad ore – ha raccontato – Ma diventa sempre più difficile riuscire a lavorare perché adesso molti hanno perso il loro lavoro e c’é più concorrenza”. Storie che accomunano gli immigrati con i napoletani. Luisa ha 54 anni, arriva in Galleria con l’ultima dei suoi figli, Chiara, 11 anni. “Mio marito non ha un lavoro stabile – ha concluso – Oggi io e mia figlia mangiamo qui, risparmiamo e domani cercheremo di stare insieme a casa”.

 

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