In assenza del ‘piano faunistico’ che dovrebbe regolamentare sulla base di censimenti e studi scientifici, i tempi, i modi e le specie oggetto di caccia, il Tribunale amministrativo regionale di Napoli ha fermato la cosiddetta preapertura, ovvero l’anticipo di ben tre settimane dell’apertura della caccia, rispetto alla terza domenica di settembre. Ne da’ notizia il Wwf attraverso una nota. “Il provvedimento che si riferisce a diverse specie – aggiunge la nota – accoglie il ricorso del Wwf Italia, curato dall’avvocato Maurizio Balletta di Benevento, contro quanto stabilito dalla Regione Campania che, nell’approvare il calendario venatorio per la nuova stagione, aveva concesso attivita’ non conformi alle regole”.
“L’assenza del Piano faunistico, ossia di un quadro di riferimento certo, scientificamente attendibile ha posto in evidenza l’illegittimita’ di una prassi come la preapertura”, dichiara il vicepresidente del Wwf Italia, Raniero Maggini. “Nonostante la caccia ai primi di settembre sia dannosissima e per questo non conforme ai dettami scientifici e normativi dell’Unione Europea – aggiunge – ogni anno molte Regioni la ripropongono per soddisfare le richieste del mondo venatorio, tuttavia consapevoli di approvare atti discutibili e quindi passibili di annullamento dal giudice amministrativo, come e’ avvenuto oggi per la Campania.” La caccia ai primi di settembre, sottolinea il Wwf, “e’ di gravissimo impatto per molti motivi: si uccidono animali selvatici che si trovano in un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico per molte specie e quando molti giovani dell’anno non sono ancora maturi; si comincia a sparare quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie migratrici protette, che possono cosi’ essere oggetto di sicuro disturbo e di possibile danno diretto; particolare grave la situazione per gli anatidi, perche’ non sono ancora giunti i contingenti migratori dal nord e quindi il ‘prelievo’ si concentra sulle poche coppie nidificanti sul nostro territorio”.