NAPOLI – Stop ai tagli del governo Monti e della Regione, piu’ risorse per la sanita’, il trasporto pubblico e l’assistenza sociale e interventi straordinari per bloccare i licenziamenti e favorire l’occupazione. La crisi economica, le problematiche storiche e le tante vertenze aperte in Campania uniscono disoccupati, cassintegrati, precari, studenti, movimenti, associazioni e comitati ambientalisti, che hanno manifestato a Napoli per tutta la giornata sotto la sigla del ‘Coordinamento regionale per l’opposizione sociale’, chiedendo l’apertura di un tavolo permanente con le istituzioni.
Si e’ cominciato con il presidio davanti al palazzo della Regione, dove il corteo e’ arrivato preceduto dall’icona di ‘San Precario ribelle’ e da una finta bara, per denunciare “la morte della democrazia e dei diritti”. Piu’ volte si sono intonati cori in sostegno degli abitanti della Val di Susa, con lo sventolio di bandiere e striscioni per esprimere solidarieta’ a Luca Abba’, il leader del movimento No Tav gravemente ferito dopo la caduta da un traliccio durante le proteste degli ultimi giorni. In tarda mattinata i manifestanti hanno provato a raggiungere da via Santa Lucia l’ingresso della Regione, in via de Cesare, ma sono stati subito respinti dalla polizia. Poi e’ stata la volta del Comune, dove si e’ nuovamente tentato di forzare il cordone predisposto dalle forze dell’ordine, che hanno reagito con una manovra. Due manifestanti sono rimasti contusi al capo per i colpi di manganello ricevuti. Un gruppo di studenti della Rete per la conoscenza (in cui confluiscono Uds e Link) ha srotolato nell’atrio della stazione centrale uno striscione con la scritta “AVviati apper (avviati a piedi, ndr) ‘No Tav’ diritto alla mobilita”, esprimendo solidarieta’ alla “lotta in Val di Susa”. Nel pomeriggio un’assemblea pubblica all’universita’ Federico II, indetta per sensibilizzare tutta la cittadinanza su queste tematiche. “Stiamo assediando da tre giorni la Regione perche’ devono ascoltarci e interloquire con noi”, dice Carla, lavoratrice in cassa integrazione e tra gli organizzatori della manifestazione. Il messaggio per il governo Monti e’ chiaro: “Abbiamo gia’ dato tutto”. Anche i collettivi studenteschi si sentono esclusi dal sistema di welfare del Paese e chiedono “un reddito sociale che sia slegato dal lavoro per garantire un’esistenza dignitosa in questa fase”. Diversi gli attacchi rivolti anche al Comune, che “fa annunci mirabolanti sui beni comuni, ai quali non seguono atti concreti. L’amministrazione ha un imponente patrimonio immobiliare, potrebbe utilizzarne una parte per risolvere la questione abitativa”. Un lavoratore dell’Arpac Multiservizi, una partecipata della Regione, ritiene che si stia “marciando sulla questione della crisi per alimentare le lobby. Nel nostro caso – spiega – hanno spostato i finanziamenti a societa’ private, lasciando tante famiglie senza lavoro”. Per i comitati ambientalisti “e’ inaccettabile che nel 2012 si pensi ancora di risolvere la questione rifiuti con discariche e termovalorizzatori. Chiediamo alla Regione di modificare il piano inviato all’Unione europea”.