Napoli- Nei giorni scorsi, una delegazione di Federhand/FISH Campania(Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), insieme alle altre organizzazioni che compongono l’Osservatorio Regionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, ha partecipato a un incontro, presso la Sala Giunta della Regione Campania, con il presidente della Regione stessa Stefano Caldoro, l’assessore alle Politiche Sociali Bianca D’Angelo, il sub-commissario ad acta per la Salute Mario Morlacco, il responsabile del Dipartimento Salute Ferdinando Romano, il direttore generale del medesimo Mario Vasco, Rosanna Romano, responsabile della Direzione Generale per le Politiche Sociali, le Politiche Culturali, le Pari Opportunità e il Tempo Libero e Fortunata Caragliano, dirigente dell’Unità Operativa Dipartimentale Welfare dei Servizi e Pari Opportunità.Era presente inoltre, in rappresentanza dell’ANCI Campania (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Vincenzo Cappello, sindaco di Piedimonte Matese (Caserta) e anche presidente del Coordinamento Istituzionale dell’Ambito Territoriale Sociale C4. Al centro dell’incontro, un tema quanto mai “caldo” e delicato, ovvero la necessità di fare il punto della situazione sulla riabilitazione in Campania.Nel soffermarsi sulle misure finora messe in campo e sulle future iniziative rivolte alle “fasce deboli” e alla disabilità, il presidente Caldoro ha voluto sottolineare che nel 2014 le risorse in àmbito di riabilitazione sono aumentate di 20 milioni di euro. Dal canto suo, la struttura commissariale ha reso note le strategie adottate, comunicando a propria volta che nel triennio 2012-2014 i tetti di spesa sono aumentati.«Quando nel corso della discussione – ricorda Daniele Romano, presidente di Federhand/FISH Campania – è emerso che in questi ultimi mesi vi sarebbe stata una strumentalizzazione da parte dei Centri di Riabilitazione campani nei confronti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, allo scopo di ottenere l’aumento delle tariffe, abbiamo ritenuto doveroso intervenire, affermando che ormai è arrivato il tempo di cambiare passo, investendo di più sulle politiche sociali, attivando i progetti personalizzati, come da articolo 14 della Legge 328/00 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e di servizi sociali) e puntando anche sui progetti di Vita Indipendente, oggi in fase sperimentale in dodici Ambiti campani. Tutti interventi, in sostanza, che devono rimettere al centro il reale fabbisogno delle persone con disabilità e delle loro famiglie, fino ad oggi messo da parte a favore delle “lobby” dei Centri di Riabilitazione i quali, al di là di alcune meritorie eccezioni – per altro penalizzate – non tutelano realmente i diritti delle persone con disabilità. Purtroppo i Centri di Riabilitazione sono oggi l’unica realtà presente in Campania e le famiglie si aggrappano a loro come ad ancore di salvezza e di sollievo dal carico assistenziale familiare». «Abbiamo quindi fatto presente – prosegue Romano – la nostra preoccupazione in merito al Decreto di Giunta Regionale n. 108 [“Adeguamento dei programmi 2013/2015 agli indirizzi ministeriali”, 10 ottobre 2014, N.d.R.], che va ad aumentare i posti in RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), andando contro gli stessi princìpi della Convenzione ONU, sulla libera scelta da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie». A proposito del Decreto citato da Romano, si tratta di un provvedimento che già da mesi viene contestato da Federhand/FISH Campania, come avevamo riferito a suo tempo, riportando le parole pronunciate in un’intervista rilasciata dallo stesso Romano all’Agenzia «Redattore Sociale». «Dall’analisi del Decreto n. 108 – aveva infatti dichiarato il presidente della Federazione campana – emerge che la politica della Regione è di riconvertire le risorse destinate a queste utenze in regime diurno in 84 posti letto in RSA (Residenze Sanitarie Assistitenziali), scelta che va verso l’istituzionalizzazione, ovvero in netto contrasto con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che il Consiglio Regionale aveva fatto propria. Secondo questa scelta, la Giunta Regionale abbandona più di 1.600 disabili per risparmiare circa 42 milioni di euro, ma in realtà per queste persone i servizi sono già carenti e, cancellandoli, il carico assistenziale più elevato si trasferirà sulle famiglie. Ancora una volta, dunque, questa Amministrazione Regionale, mai per altro contrastata nemmeno dall’opposizione, agisce secondo logiche di bilancio e non secondo logiche di garanzia e rispetto dei diritti delle persone con disabilità». A rappresentare il Forum del Terzo Settore Campania, vi era poi Generoso Di Benedetto, che ha voluto ricordare un’altra criticità presente nella Regione, vale a dire la scarsità di Centri di Riabilitazione pubblici. «Bisognerebbe utilizzare meglio le risorse destinate alle ASL territoriali – ha dichiarato – anche con il supporto delle Associazioni di tutela». «Senza dimenticare – ha aggiunto – la mancanza di controlli e monitoraggio presso le RSA private, per verificare l’effettiva condizione delle persone con disabilità». Quanto mai significativa anche la sua conclusione: «Bisogna applicarli i diritti, non metterli solo in elenco!». Successivamente l’assessore D’Angelo ha illustrato quanto l’Osservatorio Regionale stia facendo attraverso i gruppi di lavoro attivi, mentre il rappresentante dell’ANCI Cappello ha ricordato l’enorme difficoltà dei Comuni nel trovare le risorse e il grave ritardo del riparto dei Fondi Sociali (Fondo Nazionale per le Autosufficienze e Fondo Nazionale delle Politiche Sociali), da parte della Regione Campania. In conclusione, il presidente Caldoro, pur premettendo che la contrattazione con i Centri di Riabilitazione «spetta alla Regione», ha tuttavia rimarcato «l’utilità di avere incontrato le Associazioni di tutela delle persone con disabilità e delle loro famiglie», e ha convocato per i prossimi giorni un nuovo tavolo di confronto.

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