Un viaggio per portare un messaggio di condivisione e di speranza, oltre che nella grande metropoli del Mezzogiorno che cerca una via d’uscita alle sue mille emergenze, anche nelle ‘periferie’ degli esclusi, dalla Scampia di “Gomorra” ai detenuti di Poggioreale. La visita che sabato prossimo papa Francesco compirà a Pompei e a Napoli vedrà il Pontefice argentino immergersi nel cuore delle contraddizioni del contesto partenopeo, a contatto sia con le realtà del degrado e dell’emarginazione sociale, sia con gli esempi di umanità e solidarietà di cui proprio il capoluogo campano sa farsi modello inimitabile. E Bergoglio in prima persona intende esserne protagonista, ad esempio col pranzo insieme a una rappresentanza di detenuti nella Casa Circondariale “Giuseppe Salvia” di Poggioreale, da lui fortemente voluto, cui parteciperanno anche dieci reclusi del reparto riservato a transessuali, omosessuali e malati di Hiv. E’ la terza volta che papa Francesco viene in Campania, contando le due visite a distanza ravvicinata a Caserta il 26 e 28 luglio del 2014, in un ventaglio di otto viaggi in Italia che, da Lampedusa a Cagliari, da Cassano a Campobasso-Isernia, finora privilegia incontestabilmente il versante meridionale. E alle pressanti richieste del cardinale Crescenzio Sepe, Bergoglio non ha saputo dire di no, programmando infine una giornata intensissima, con tappe a ritmo battente, incontri sia di massa che a porte chiuse, e ben sei discorsi in totale. Il ‘prologo’ della visita sarà a Pompei, dove alle 8.00 il Pontefice atterrerà in elicottero nell’Area Meeting del Santuario, per pregare poi all’interno del tempio davanti alla venerate immagine mariana. Già alle 9.00 il Papa arriverà quindi a Scampia, dove in Piazza Giovanni Paolo II incontrerà alle 9.30 la popolazione del difficile quartiere e le diverse categorie sociali, tra cui anche i cittadini che operano per il bene sociale. “Scampia non è la città di Gomorra – assicura a Radio Vaticana il decano del rione, don Francesco Minervino -. Papa Francesco incontrerà la vera Scampia, che non è quella delle etichette”. La celebrazione della messa, percorrendo prima e dopo in “papamobile” le vie della città storica, avverrà alle 11.00 nella centrale Piazza del Plebiscito, davanti a una folla che si prevede traboccante, e sarà seguita dal pranzo con i reclusi nel carcere di Poggioreale. Nel pomeriggio, alle 15.00, un’altra delle tappe più attese, quella in Duomo per la venerazione delle reliquie di San Gennaro: e già impazzano i pronostici, con i conseguenti auspici sia per la città che per il pontificato, se il santo concederà il ‘miracolo’ della liquefazione del sangue, come non avvenne nelle visite dei precedenti Pontefici, Giovanni Paolo II il 21 settembre 1979 e Benedetto XVI il 21 ottobre del 2007. Sarebbe davvero un evento straordinario, considerando che il miracolo di San Gennaro ricorre di norma solo per la sua festa il 19 settembre (data del martirio) e per altre due volte l’anno, il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre. Completano l’agenda l’appuntamento con 50 ammalati e disabili nella basilica del Gesù Nuovo (l’Unitalsi ha mobilitato nelle varie tappe della giornata 250 volontari) e il successivo incontro alle 17.00 – anche qui con ‘numeri’ che si prevedono massicci – con i giovani e gli altri fedeli della Diocesi nella Rotonda Diaz del Lungomare Caracciolo. Qui, davanti all’incanto del Golfo di Napoli, risponderà alle domande di un giovane, di una signora di 94 anni e di una giovane coppia. Dalla vicina Stazione Marittima il Pontefice ripartirà infine in elicottero, ora prevista le 18.15, per fare rientro in Vaticano. Le istituzioni locali prevedono una partecipazione di fedeli in cifre a sei zeri. Ma i significati della visita non si misureranno solo in termini numerici. Lo storico Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, parla al Mattino di una “sfida della speranza” ma anche di “una scossa per Napoli, che è una città in frammenti”. Ed è anche “la prima volta che papa Francesco visita una grande città europea”.