La robotica sbarca all’Istituto dei tumori di Napoli ‘Pascale’. Sarà presentato domani 17 febbraio, presso la sala ‘Romolo Cerra’ dell’ospedale, il nuovo sistema robotico ‘DaVinci’ per una chirurgia urologica ”minimamente in vasiva”. Tra i benefici derivanti dall’impiego del sistema robotico – secondo quanto annunciato – il raggiungimento di ”risultati eccellenti, tempi di recupero rapidi, il calo del ricorso alle trasfusioni, riduzione della durata dell’inte rvento e dei rischi da complicanze”. Un nuovo metodo che mira a ridurre i viagg i extra regione e, di conseguenze, i costi passivi del sistema sanitario regionale. La presentazione in occasione del convegno ‘Chirurgia robotica live’ promoss o dal Pascale e da Congredi, a cura del direttore di urologia Sisto Perdonà, che si terrà domani e martedì all’Istituto dei tumori partenopeo.
L’obiettivo de lle due giornate di studio è avvicinarsi al sistema robotico DaVinci come ad una procedura ”facilmente perseguibile e accessibile”. Nella stessa occasione sar à anche presentata l’ideazione di un programma regionale di chirurgia robotica c he consenta a tutti i medici di operare il proprio paziente con la supervisione presso l’Istituto dei Tumori di Napoli. Secondo quanto annunciato da Perdonà, il sistema DaVinci è ”coerente con la logica di rete assistenziale, formativa e oncologica regionale, con ricadute positive, anche nel recupero della mobilità passiva specifica che tale tecnologia determina”. Dall’esperienza registrata fino a oggi – a quanto reso noto – i pazienti sottoposti a prostatectomia robotica ‘ ‘non mostrano differenze significative” nel recupero della continenza urinaria e della funzione sessuale rispetto ai pazienti sottoposti a chirurgia laparoscop ica e/o aperta tradizionale. Tra i benefici del ricorso alla chirurgia robotica, ”la riduzione al minimo di rischi e complicanze, potenziando al massimo la sicurezza del paziente e la qualità della cura anche nei pazienti a rischio più elevato”. Per quanto riguarda la riduzione dei costi passivi del sistema sanitario , da un’analisi sulla mobilità passiva è emerso che per la sola chirurgia urologica migra verso la Lombardia il 68 per cento dei pazienti di cui il 64 per cento riceve un trattamento con il sistema DaVinci, mentre il 27 per cento riceve un intervento con chirurgia laparoscopica standard e il 9 per cento un intervento in chirurgia standard open. L’obiettivo ”minimo” che il Pascale si propone ”è di ridurre di almeno il 44per cento la mobilità passiva urologica e attrarre tutti i pazienti trattati con tecniche non robotiche verso strutture regionali”. Da qui – come evidenziato – l’esigenza di dover essere ”competitivi sul territorio nazionale”, implementando l’offerta con tecnologie innovative per limitare la mobilità sanitaria.