FRATTAMAGGIORE – “Impegniamoci di più per vivere le beatitudini che parlano di fame, sete e giustizia…la concretezza è quello che don Peppino ci ha lasciato, quel seme che porta frutti…”. E’ questa la frase di don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di Libera, che è apparsa sul manifesto promosso dal presidio Libera Frattamaggiore in memoria di don Peppe Diana, ucciso il 19 marzo 1994, il giorno del suo onomastico, a Casal di Principe.
Il manifesto, sito nell’apposito spazio pubblicitario in via Vergara, contiene anche una foto di don Peppe con don Armando Broccoletti, parroco della chiesa S. Rocco di via don Minzoni, Frattamaggiore. Foto emblematica di loro due alla marcia contro la camorra ad Aversa.
Don Peppino, martire dell’agro aversano. Così viene ‘affissa’ ancora la figura di don Peppe sullo stesso manifesto, che il 19 marzo 2014, sarà ricordato per il ventennale dall’uccisione.
“A quasi vent’anni dalla sua uccisione la Diocesi di Aversa sta per trovare, finalmente, la forza e il coraggio di proporre la beatificazione di don Peppino così come ha fatto la Chiesa siciliana con don Pino Puglisi, che sarà dichiarato Beato da Benedetto XVI nel maggio di quest’anno”, ha dichiarato Francesco Vitale del presidio Libera di Frattamaggiore.
“Don Peppino fu ucciso in sacrestia, quasi come per urlare a tutti i preti, a tutti i consacrati, che il loro posto è lì, in sacrestia, solo lì. E che di ciò che succede lì fuori, fuori dalla Chiesa, lontano dalla sacrestia, non li deve interessare, non è affar loro, anche se si vede scorrere sangue a fiumi. In fondo alla Chiesa dove fu ammazzato, lo stesso giorno dell’omicidio, un manifesto attirò lo sguardo dei presenti: a caratteri cubitali c’era scritto ‘QUALE PACE SENZA GIUSTIZIA?’. Era il titolo di un convegno al quale don Diana avrebbe dovuto partecipare, il giorno dopo, il 20 di marzo. Quella domanda risuona ancora forte nelle nostre coscienze interpellate senza scampo dal suo martirio. Quella domanda risuona ancora forte, ancor più forte di quei tre miserabili spari che non hanno assolutamente fermato la marcia di don Peppino che cammina ancora con noi, insieme a noi, alla testa del nostro cammino”, ha concluso il referente del presidio frattese.
Luca De Cristofaro