‘La Regione ha fatto tutto cio’ che era nelle sue competenze”. Giovanni Romano, assessore all’Ambiente della Regione Campania, replica cosi’ ai giudizi durissimi espressi dal commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik sull’emergenza rifiuti in Campania.
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, invece, ha annunciato la richiesta al nuovo governo di aprire ”un tavolo nazionale” sul capoluogo campano. ”Abbiamo fatto una riunione la notte scorsa – ha detto il sindaco – per delineare i punti da porre all’attenzione del governo. In prima fila ci sara’ lo sblocco dei fondi a sostegno del nostro piano dei rifiuti. Chiederemo anche che Napoli diventi soggetto a cui vengano direttamente trasferiti i fondi europei che sono bloccati in Regione dal patto di stabilita’ e che rischiamo di perdere”. Il prossimo 11 febbraio saranno 12 anni dall’apertura dell’emergenza rifiuti in Campania. Emergenza che e’ stata formalmente chiusa lo scorso anno (con la fine delle attivita’ dell’unita’ stralcio e operativa del Commissariato di Governo) ma la crisi, a sentire quando dicono dall’Ue, non va verso la soluzione. Circa sei milioni di abitanti, 7200 tonnellate di spazzatura prodotte ogni giorno (in media un chilo e 200 grammi al giorno per ogni residente), la Campania soffre ancora per la mancanza di strutture. Nella sola citta’ di Napoli si producono in media dalle 1200 alle 1400 tonnellate al giorno. La raccolta differenziata in alcune aree e’ lontana dai limiti previsti dalla legge mentre in altre – come, ad esempio, la citta’ di Salerno – sono state raggiunte soglie altissime. Per fronteggiare le crisi ricorrenti sono state colmate diverse discariche (in provincia di Napoli, la maggior parte localizzate tra il Giuglianese e l’area nolana), tra le opposizioni e le proteste delle popolazioni. Al momento in Campania sono in attivita’ sette impianti Stir (ovvero gli ex Cdr), un solo termovalorizzatore, quello di Acerra. Ma gli impianti di compostaggio, quelli che trattano la sostanza organica, sono insufficienti. Cosi’ i Comuni che fanno la raccolta differenziata sono costretti a trasferire la frazione organica fuori regione a costi non trascurabili. Cosi’, chi e’ virtuoso rischia di essere ‘punito’ sul piano dei costi. La Regione, secondo i piani, dovrebbe avere altri tre impianti di termovalorizzazione di cui uno da localizzare nella zona est di Napoli. Ma su questo ultimo c’e’ la ferma opposizione del Comune di Napoli e le sole voci di delocalizzazioni in altre localita’ della Regione ha scatenato proteste e polemiche.