C’ e’ aria di festa a Piano di Sorrento (Napoli) per l’arrivo, previsto per la serata, di Gianmaria Cesaro, l’allievo di coperta della petroliera Savina Caylyn, della compagnia Rosalia D’Amato, sequestrata l’8 febbraio dell’anno scorso vicino all’isola yemenita di Socotra, da un gruppo di pirati somali e liberata poco prima di Natale. Gianmaria al momento ha confidato alla mamma che non se la sente di apparire pubblicamente in citta’. Alla donna che gli aveva infatti proposto al telefono una festa in suo onore appena arrivato a Piano di Sorrento, ha detto no. ”Mamma non me la sento.
Il mio unico desiderio e’ arrivare a casa e chiudermi nella mia stanza”. Per questo il padre Antonio e’ gentilmente fermo nel chiedere ai cronisti un altro po’ di pazienza. ”Scusatemi ma anche il medico ci ha consigliato di non traumatizzarlo, dopo tutto quello che ha subito. Ci ha suggerito di assecondarlo, di farlo ritornare alla normalita’, piano piano” e poi propone ”tra tre, quattro giorni ci risentiamo, promesso”. Gianmaria e’ rimasto prigioniero dei pirati somali assieme ad altri 22 uomini dell’equipaggio. 17 indiani, 5 italiani, tra i quali il comandante della nave petroliera Savina Caylyn, Giuseppe Lubrano Lavadera di Procida, il terzo ufficiale Crescenzo Guardascione, anche lui di Procida, Antonio Verrecchia, direttore di macchina, di Gaeta, Eugenio Bon, primo ufficiale, di Trieste. Una prigionia durata quasi un anno e che li ha visti cibarsi per tutto questo tempo solo con una tazza di riso al giorno. E c’e’ qualcuno della cerchia della famiglia che svela un particolare: ”Gianmaria ci ha confidato che in tutto questo tempo tutto l’equipaggio e’ rimasto con i vestiti che avevano il giorno dell’assalto della nave”, aggiungendo che ”ogni giorno poi c’era uno dei carcerieri che ricordava loro ‘se non pagano vi uccidiamo”’. Gianmaria durante questo lungo periodo ha tenuto un diario. ”Mio figlio mi ha confidato ‘Papa’ ogni giorno scrivevo quello che succedeva. Ho annotato tutto, per non impazzire e per non perdere contatto con la realta”’. Nella serata a Piano di Sorrento andranno a far visita alla famiglia Cesaro i parenti stretti. Gli amici fidati. E poi basta. La festa? ”Vi prego, rimandiamola, facciamolo riprendere” sussurra la sorella Giovanna.