Allarme Pompei: a lanciarlo il New York Times, che punta il dito sulla burocrazia italiana che minaccia uno dei patrimoni mondiali della storia, ogni anno visitato da milioni di turisti, tantissimi americani. “Gli scavi di Pompei sono sopravvissuti a partire dal diciottesimo secolo, sopportando stoicamente l’usura di milioni di turisti, ma ora la minaccia è la burocrazia italiana”, denuncia il quotidiano newyorkese in un lungo articolo in cui racconta il declino del sito archeologico.

Sottolineando il fatto che il programma di aiuti stanziato dall’Unione europea, per preservare gli scavi della città distrutta dall’eruzione del Vesuvio nell’anno 79, sia messo a rischio da possibili infiltrazioni camorristiche e appalti truccati. E anche dalle conseguenti indagini delle autorità. Insomma, per il giornale della City, la burocrazia italiana é “la minaccia più grande” che deve affrontare Pompei. Negli ultimi anni, diversi crolli nel sito hanno allarmato gli esperti, i quali hanno puntato il dito contro la mancanza di pianificazione strategica e personale troppo limitato. Il problema degli appalti truccati e delle successive indagini ha poi bloccato diverse ristrutturazioni e altre iniziative, come la trasformazione di una villa in un museo e di un altro edificio in un ristorante. Tra le diverse persone intervistate dal Nyt c’é anche il giornalista del Corriere della Sera Sergio Rizzo, secondo il quale “Pompei è una metafora appropriata dell’Italia”. “E’ un luogo bello e meraviglioso che qualsiasi Paese vorrebbe avere – ha aggiunto – ma rivela anche il caos italiano”.

 

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