NAPOLI – “Le condizioni economiche e sociali della nostra città destano seria preoccupazione. Ad antichi mali se ne sono aggiunti altri dovuti ad una crisi economica che – nata lontano da noi – ha reso ancora più difficoltose le precarie condizioni di vita della nostra gente”.
Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, parlando agli ‘Stati generali’ della Chiesa di Napoli in svolgimento a Materdomini (Avellino). “Se volessimo solo enumerare le sofferenze e le umiliazioni dei nostri cittadini, ci troveremmo di fronte ad un interminabile penoso elenco di disagi sociali. Aumenta il numero dei disoccupati e dei barboni, degli sconfitti e dei disperati. Il futuro dei giovani e della città è a rischio”, ha aggiunto Sepe ricordando ai suoi collaboratori e ai sacerdoti presenti che la comunità ecclesiale napoletana “non può rimanere inerte di fronte a tale situazione”. “Questa città – di cui siamo tutti innamorati, nonostante le sue contraddizioni – fa parte di noi stessi, è il nostro corpo, è ossa e carne della nostra umanità, che si dilata nelle pietre e nei monumenti, nelle case e nei paesaggi. In essa si respira la presenza di Dio: le sue strade sono le arterie attraverso cui il Dio della vita passa e si fa storia. Egli non è lontano, non abita un’altra città. Noi siamo la sua casa, noi siamo il suo cielo”, ha aggiunto Sepe. “Il nostro interesse per le sorti della città non è d’indole meramente sociologica. Altri, prima e più di noi, hanno messo le loro competenze a servizio della cittadinanza, moltiplicando analisi storiche e diagnosi accurate. Noi vogliamo offrire la nostra sincera disponibilità, umile e concreta, per la rinascita di questa grande realtà napoletana e metropolitana. Vogliamo impegnarci perché il nostro territorio recuperi la sua bellezza sfiorita, perché sia la casa comune di tutti e non una coabitazione di interessi individualistici e discriminatori”, ha detto ancora l’arcivescovo.