”Poche analisi sui terreni, bonifiche assenti, nessun risanamento delle falde e dati epidemiologici preoccupanti”. In sintesi, ”troppi ritardi accumulati”. Questa la fotografia scattata da Legambiente nel report sulla Terra dei fuochi, l’area che compresa tra le province di Napoli e Caserta, lanciato ad un anno dall’entrata in vigore della legge. I risultati delle indagini dirette sui terreni di 51 siti definiti ‘prioritari e maggiormente a rischio’ in 7 comuni ”non sono ancora stati resi noti, anche se la pubblicazione doveva essere fatta entro il 9 giugno 2014”. Inoltre, ci sono ”ancora 1.335 siti potenzialmente inquinati su cui non sono state fatte ancora analisi dirette. Anche le bonifiche rimangono una chimera e fino ad oggi non sono state previste neanche le attività di risanamento delle falde fortemente contaminate e nelle aree agricole”. Il vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani, chiede di smetterla con le ”sottovalutazioni” e le ”rassicurazioni; serve un’accelerazione delle attività previste dalla legge”. Anche perché, tra l’altro, ”in questo territorio devastato dalle ecomafie continua il roghi dei rifiuti” oltre allo ”smaltimento illegale”. C’è poi il versante dei ”rischi sanitari, sempre più evidenti”. Anche per questo, per Legambiente è ”urgente l’approvazione del ddl sugli ecoreati.