No all’introduzione della ‘cannabis’ a scopo terapeutico. A bocciare l’ipotesi ventilata nei giorni scorsi di introdurre la sostanza come antidolorifico anche in Campania, come già avvenuto in Toscana, è il Sindacato medici italiani (Smi) presieduto da Giuseppe Del Barone. Troppo prematuri i tempi per un passo del genere, troppe ancora le controversie in ambito medico e scientifico. L’unico passo ragionevole, al momento, è organizzare un tavolo multidisciplinare regionale per discuterne ed eventualmente organizzare dei percorsi terapeutici condivisi da tutti.

“Al momento – dice il vicesegretario regionale dello Smi, Salvatore Marotta – c’é una controversia nel mondo scientifico internazionale sull’utilizzazione della sostanza a fini terapeutici. Non esistono incontrovertibili prove di evidenza scientifica su questo approccio terapeutico e per questo è necessario attivare un tavolo multidisciplinare che includa specialisti ospedalieri, universitari e del territorio di varie competenze per fare chiarezza sulle modalità di utilizzazione della cannabis”. L’iter da seguire, secondo lo Smi, deve necessariamente passare attraverso tre verifiche: il sì della medicina, l’approvazione degli universitari e, in generale, della scienza e infine un ulteriore parere del Governo. Solo al termine di questo percorso si potrebbe decidere di attivare percorsi terapeutici che prevedano l’utilizzo della cannabis come antidolorifico. “La discussione – dice Marotta – deve essere in campo scientifico, sociale e politico. Bisogna ragionare sui limiti, sull’efficacia e sull’appropriatezza di questa sostanza ed evitare in questo modo che un eventuale suo uso possa essere considerato alla stregua di uno stupefacente”. La proposta dello Smi è quindi quella di attivare un tavolo multidisciplinare in Regione al quale far partecipare medici di medicina generale, ospedalieri, universitari e rappresentanti del Governo regionale. “Solo così – conclude Marotta – si può pensare di poter costituire degli opportuni percorsi terapeutici condivisi e omogenei per tutti gli operatori sanitari della Campania”.

 

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