Uscite dalle quarantene più snelle e con meno burocrazia, se sei positivo, ma asintomatico e hai ricevuto la dose booster. Distinzione tra ricoverati a causa dei sintomi del Covid e chi invece in ospedale è andato per altre ragioni ed è stato trovato positivo ma senza sintomi. Servirà una settimana, ma il confronto tra governo e Regioni, porterà comunque a una rivisitazione delle procedure dei gestione della pandemia per evitare la paralisi del Paese. Ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, parlando a Rete 4, ha confermato: «Nelle prossime ore si aprirà un tavolo tecnico con le Regioni sulle loro proposte. La nuova fase non è uguale a quella precedente. Anche se ancora è delicata». Speranza non si è sbilanciato, ma è apparso più disponibile alla riforma del conteggio dei ricoveri, più attendista rispetto alla modifica delle quarantene, facendo capire che bisogna aspettare l’evolversi della pandemia, forte del giudizio di Hans Kluge, direttore per l’Europa dell’Oms, che ha giudicato positivamente l’azione dell’Italia e previsto il picco di Omicron nel giro di due o tre settimane. Raffaele Donini, assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna, guida la commissione della Conferenza delle Regioni che ha stilato il documento, molto articolato che riguarda anche la scuola, inviato al governo: «Nessuno vuole nascondere i dati o essere imprudente, ma serve una visione pragmatica della gestione di questa fase». Ieri il sottosegretario alla Salute, Pier Paolo Sileri, ospite di “Domenica In”, ha aperto al cambiamento con una tempistica di «due settimane». Sileri: «Sono d’accordo sulla necessità della revisione delle regole, verranno ulteriormente modificate e alleggerite. Vediamo adesso come vanno i contagi e facciamo una distinzione tra positivi e malati, considerando che i positivi non sono malati. Non è il positivo che conta, ma il soggetto che va in ospedale, scomponendo però chi vi entra per altri motivi».

Una modifica del conteggio dei ricoverati allontana l’ipotesi delle fasce rosse per le Regioni, che scattano quando le terapie intensive sono sature al 30 per cento di pazienti Covid, le aree mediche al 40. Non è uno scenario dietro l’angolo: oggi solo una Regione, la Valle d’Aosta, è in arancione. Alcuni governatori, poi, vanno oltre e sostengono che vada eliminato il sistema dei colori, affidandosi solo alle regole del Green pass e del Super green pass, un lockdown per i vaccinati de facto. «Che senso ha mantenere i colori?» dice il presidente dell’Abruzzo, Marco Marsilio. Il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: «Il sistema dei colori di fatto è superato dalla realtà. Il rischio è andare verso restrizioni relative alla situazione di qualche mese fa, anziché attuale». Sull’addio ai colori, però, Speranza non appare disponibile ad avviare una trattativa. «Ciò che serve in questo momento e su cui ci aspettiamo una risposta rapida dal Governo è una gestione più agile delle quarantene per i positivi vaccinati con tre dosi, il sistema sta impazzendo» osserva Alessio D’Amato, assessore alla Salute del Lazio. Che questa idea stia prendendo forza lo dimostra anche il fatto che si sia speso direttamente Nicola Zingaretti, governatore del Lazio. Le ipotesi sul tavolo sono due. La prima (quella che piace di più al Lazio): se in isolamento finisce un positivo asintomatico vaccinato con tre dosi, dopo cinque giorni può tornare libero, senza tampone. In questo modo, dicono le Regioni, si ridimensiona il peso su una macchina burocratica che ormai è allo stremo, si evita di sguarnire servizi pubblici e aziende di lavoratori prigionieri in quarantena troppo a lungo. E si concentrano i tamponi soprattutto su chi ha i sintomi. L’altra opzione, che l’Emilia-Romagna applicherà autonomamente questa settimana, punta a riconoscere anche i test fai da te come strumento per uscire dalla quarantena. La trattativa governo-Regioni proseguirà questa settimana mentre il consiglio dei ministri approverà il nuovo Dpcm per elencare le attività per le quali si farà un’eccezione e non si chiederà il Green pass. Da giovedì è obbligatorio per chi va da parrucchiere, barbiere ed estetista: dal primo febbraio servirà in uffici pubblici, postali, banche e attività commerciali, ad esclusione dei servizi «necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona». Il governò sta compilando la lista delle eccezioni: medico, veterinario, questura per presentare una denuncia, tribunale per testimoniare. Il ministero dello Sviluppo Economico vuole inserire anche tabaccai, edicole, librerie, negozi di giocattoli.

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