SALERNO – La rete di terapia del dolore in Italia è tutt’altro che realtà. A due anni dall’entrata in vigore della Legge 38/2010, esistono differenze sostanziali da regione a regione, e mancano i fondi per poter portare a compimento un processo che sarebbe dovuto andare avanti in maniera uniforme.

La denuncia arriva dagli anestesisti rianimatori dell’ Aaroi-Emac, Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica, riuniti a Salerno per il 9/o Congresso Nazionale Siared, Società Italiana di Anestesia Rianimazione Emergenza e Dolore. I principali esperti di terapia del dolore denunciano che la situazione italiana è ancora a macchia di leopardo, con alcune realtà abbastanza avanzate e altre in cui non è prevista neanche la misurazione del dolore nella cartella clinica. “Per fare in modo che la rete di terapia del dolore diventi una realtà capillare in tutto il territorio bisogna avere un quadro certo della situazione attuale – affermano gli esperti – per questo motivo l’Aaroi-Emac, in collaborazione con la Siared, ha deciso di dare il via ad un’indagine a tappeto in tutte le regioni italiane in modo da valutare, attraverso i propri associati, quante risorse e quante strutture sono realmente dedicate alla rete della terapia del dolore”. Gli anestesisti rianimatori rappresentano circa l’88% dei professionisti che si occupano di terapia del dolore in Italia. Il 100% di essi si occupa della partoanalgesia e del controllo del dolore post operatorio.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui