Il docente No vax va sostituito ma i supplenti da portare in cattedra, quest’anno, non ci sono: l’unica soluzione, adesso, è chiamare a raccolta i laureandi, giovani non ancora in possesso della laurea ma pronti ad entrare in classe per salvare l’anno scolastico. E fare esperienza con l’insegnamento. I prossimi tre giorni, gli ultimi prima della pausa natalizia, si prospettano infatti difficili per i presidi alle prese con le cattedre lasciate scoperte dai docenti senza vaccino e la ricerca, spesso inutile, di supplenti da portare in classe per fare lezione. Per ora si proverà a tamponare le ore “scoperte” ma a gennaio, quando ormai le sospensioni dei no vax saranno definitive, si rischia il caos. Innanzitutto le scuole e gli uffici scolastici regionali stanno cercando di contare quanti siano effettivamente i docenti che non potranno più entrare a scuola, perché non rispondono all’obbligo vaccinale previsto per il personale scolastico dal 15 dicembre. Chi non è in regola ha tempo fino a lunedì per regolarizzare la sua posizione, dopo di che sarà fuori. Secondo le stime, sono circa 50mila le persone non ancora vaccinate, tra queste però c’è un 20% di docenti che si sta mettendo in regola. In molti istituti c’è una quota di insegnanti che sta portando in presidenza la prenotazione del vaccino o ha già fatto la prima dose in queste ultime ore. La somma quindi dei non vaccinati dovrebbe scendere, a breve, a circa 40mila. Tra questi poi ci sono alcuni che, per motivi di salute dichiarano di non potersi vaccinare: sono quindi esentati, tramite certificazione medica, ma non possono stare a contatto con i ragazzi. Anche loro quindi devono essere sostituiti. Sono pochi i casi in cui il docente, non vaccinato per motivi di salute, sceglie e viene autorizzato a restare in classe, optando per un aumento di dispositivi di protezione come la visiera sul volto oltre alla mascherina.

Considerando un totale di 40mila assenze, si passa a scandagliare le graduatorie. Sono esaurite da mesi, ormai. Da settembre infatti gli istituti comprensivi così come quelli superiori devono fare i salti mortali per trovare un supplente. In questi tre giorni sarà un’impresa praticamente impossibile, visto che saranno pochi quelli che accetteranno un incarico breve rischiando contagi e quarantene a ridosso del Natale. Ma a gennaio il problema si ripresenterà visto che le graduatorie hanno intere classi di concorso scoperte. Mancano soprattutto gli insegnanti delle scuole elementari, i docenti sul sostegno e quelli di matematica, alle medie e alle superiori. Una volta fatte scorrere le graduatorie ad esaurimento, le scuole hanno messo mano a quelle di istituto. Nel mese di novembre la copertura delle cattedre è stata completata ma lo erano anche le graduatorie. «Ormai le scuole – spiega la preside Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio – chiamano attraverso le Mad, le Messe a disposizione, quindi fuori dalle graduatorie tradizionali. Poi si passa a chiamare anche i laureandi, è una necessità: la didattica va portata avanti, se non ci sono i docenti bisogna trovare una soluzione. La chiamata dei laureandi è regolamentata per la facoltà di Scienze della formazione, quindi per gli insegnanti delle elementari, ma viene di fatto estesa anche ad altre lauree per le superiori: per matematica e per le materie professionalizzanti degli istituti tecnici e professionali». Possono essere migliaia, ora, i laureandi pronti ad andare in cattedra da gennaio. «Non posiamo lasciare le classi scoperte – spiega Valeria Sentili, dirigente dell’istituto comprensivo Morvillo di Roma – ho già chiesto le liste dei laureandi alle facoltà di scienze della formazione della Sapienza e di Roma Tre per sapere su quante persone possono contare».

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