A 38 anni era già stata operata più volte al cuore per una grave cardiopatia congenita. Solo un trapianto poteva salvarla e nei giorni scorsi alle Molinette di Torino, per la prima volta in Italia, è stato eseguito il trapianto di un blocco multiorgano cuore-fegato. La paziente, proveniente da Roma, a causa della malattia cardiaca malformativa aveva infatti accusato nel tempo anche un danno sempre più severo anche al fegato ed era stata iscritta nella lista nazionale dei trapianti urgenti, che ha permesso di trovare un donatore idoneo per entrambi gli organi in poco tempo. L’eccezionalità dell’intervento, pianificato dall’équipe multidisciplinare trapianti di Torino, è stata quella di aver mantenuto la normale connessione del cuore con il fegato, trapiantando il blocco come un solo organo. Questo tipo di trapianto permette di minimizzare i tempi di sofferenza ischemica degli organi prima di essere trapiantati, offrendo così una migliore ripresa della loro funzione subito dopo il trapianto. A fronte di questi vantaggi, è stata però necessaria una perfetta collaborazione e sincronizzazione dei diversi specialisti coinvolti, sia degli specialisti lombardi che lavoravano sul donatore, sia dei cardiochirurghi e epatochirurghi che hanno preparato la paziente a ricevere il blocco cuore-fegato. Il professor Mauro Rinaldi (direttore della Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette), coadiuvato dal dottor Carlo Pace Napoleone (direttore della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita), dal professor Massimo Boffini e dalla dottoressa Erika Simonato, ha isolato e asportato il cuore malato, mentre, in contemporanea, il professor Renato Romagnoli (direttore del dipartimento Trapianti e Chirurgia Trapianto Fegato delle Molinette) con il dottor Paolo Strignano rimuovevano il fegato, con il supporto anestesiologico del dottor Alberto Orsello, della dottoressa Francesca Momigliano e del dottor Angelo Panio. Durante l’intervento la paziente è stata tenuta in vita grazie alla circolazione extracorporea assicurata dalla macchina cuore-polmoni e quando gli specialisti hanno eseguito contemporaneamente i collegamenti vascolari sia il cuore che il fegato nuovi hanno immediatamente ripreso a funzionare. La procedura chirurgica è durata oltre dodici ore e si è conclusa con successo. Ora la paziente è sveglia, lucida e respira autonomamente. “Questo trapianto innovativo conferma l’eccellenza a livello internazionale della nostra Azienda Ospedaliero-Universitaria. La consolidata collaborazione e coordinazione dei vari programmi di trapianto di organo attivi in Azienda, già abituati ad eseguire trapianti combinati in sequenza, ha permesso di raggiungere questo nuovo ed importante traguardo per una cura sempre più efficace di pazienti gravemente malati. Tutto ciò, sempre grazie alla donazione degli organi e del sangue, necessari per eseguire questi straordinari interventi”, commenta il dottor Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino.