Torneranno in fabbrica per lavorare, rimuovendo il presidio attuato dinanzi ai cancelli un mese fa. I 700 operai della Irisbus Iveco di Flumeri, in provincia di Avellino, in queste ore stanno decidendo per la singolare forma di protesta in concomitanza con il vertice interministeriale di domani a Roma con sindacati e rappresentanti di Fiat.

Dopo una giornata trascorsa con l’occupazione del casello autostradale di Grottaminarda, sulla A16, del raccordo autostradale Avellino-Salerno, e un sit in dinanzi alla sede di Confindustria di Avellino, i dipendenti attendono risposte concrete dal Governo sul futuro dell’unico stabilimento italiano che produce autobus e che rischia la chiusura per mancanza di commesse. “La Cgil spera – dice il segretario provinciale di Avellino, Vincenzo Petruzziello – che non ci sia bisogno di giungere a manifestazioni estreme, ma allo stesso tempo siamo pronti a occupare lo stabilimento. Questo puo’ essere scongiurato solo se domani il Governo e i ministri si presenteranno all’incontro e proporranno atti concreti per costringere Fiat a recedere dalla volonta’ di chiudere lo stabilimento e trasferire la produzione”. A sostegno della vertenza anche il Partito democratico. Il segretario nazionale, Pier Luigi Bersani, in vista dell’incontro di domani, ha chiesto che il Governo apra un tavolo di trattative nel caso in cui Fiat decida di abbandonare lo stabilimento irpino, perche’ subentri un’altra grande azienda internazionale nella gestione. Giovedi’ prossimo dinanzi ai cancelli della Irisbus si terra’ una manifestazione con il responsabile nazionale del forum ‘Progetto Mezzogiorno’ del Pd, Umberto Ranieri. “Ci siamo mobilitati a livello nazionale – spiega il dirigente provinciale del Pd, Generoso Bruno – perche’ la Irisbus e’ un’azienda di interesse nazionale e bisogna difendere le avanzate possibilita’ produttive, a cominciare dal valore delle maestranze e delle tecnologie presenti”.

 

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