Subito un rinvio per il processo Isochimica. Slitta al 24 febbraio prossimo l’udienza del processo cominciato stamattina davanti ai giudici del tribunale di Avellino. L’udienza ha preso atto della presenza in aula delle parti e ha quindi disposto il rinvio per l’assenza della presidente titolare del collegio, Sonia Matarazzo, sostituita stamattina dalla collega Eva Troiano, ma anche per alcuni difetti di notifica e per la presentazione di costituzione di parte civile di altre 23 persone, tra le quali eredi di ex operai deceduti, associazioni e altri ex operai che non si erano costituiti nell’udienza preliminare che il 22 luglio scorso ha rinviato a giudizio 27 persone, accusate a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni dolose e concorso in disastro ambientale. Tra le richieste di costituzione, anche quella presentata da Rete Ferroviaria Italiana, benché nel processo compaiano come imputati per omicidio colposo plurimo e lesioni dolose, quattro funzionari di Ferrovie dello Stato: Aldo Serio, Giovanni Notarangelo, Mauro Finocchi e Silvano Caroti. In caso di accoglimento, le parti civili arriverebbe a quasi 270. E’ contenuto nelle 220 mila pagine dell’inchiesta condotta dalla Procura di Avellino, l’atto di accusa nei confronti della fabbrica killer che a partire dai primi anni Ottanta e fino al 1988, quando venne chiusa dalla Procura di Firenze, ha contaminato di fibre di amianto di tipo crocidolite, (la variante del minerale più pericolosa per l’uomo, ndr) certamente 232 lavoratori dell’azienda di Elio Graziano e provocato un gravissimo inquinamento ambientale dell’intera area, a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria di Avellino, dove sorgeva l’Isochimica. Nel corso degli anni, sarebbero 22 i decessi di ex operai direttamente collegati a patologie asbesto correlate, soprattutto mesotelioma pleurico, e almeno un centinaio di ex operai che si sono ammalati. Il Procuratore capo, Rosario Cantelmo, che ha condotto l’inchiesta assieme ai pm Roberto Patscot e Elia Taddeo, ha citato 255 testi: a conclusione dell’udienza preliminare che il 22 luglio scorso decise il rinvio a giudizio dei 27 imputati, Cantelmo, concludendo la sua arringa, si rivolse al Gup, Fabrizio Ciccone, con queste parole: “La invidio, perché lei sarà il primo dopo 25 anni ad emettere una parola di giustizia per i lavoratori”. Secondo i periti della Procura, nell’area dell’ex Isochimica sarebbero state sotterrate circa 2.276 tonnellate di amianto, soltanto una parte di quello “raschiato”, dal 1983 al 1988, da 1.740 carrozze ferroviarie e 499 elettromotrici. Nel processo, insieme con Elio Graziano e i suoi diretti collaboratori, Vincenzo Izzo e Pasquale De Luca, che insieme ai quattro funzionari di Ferrovie dello Stato, sono chiamati a rispondere di omicidio colposo plurimo e lesioni dolose, compaiono l’ex sindaco Giuseppe Galasso e l’intera giunta operante nel 2005 con l’accusa di concorso in disastro ambientale, mentre l’attuale sindaco di Avellino, Paolo Foti, deve rispondere di omissione di atti di ufficio in quanto, nella sua qualità di custode giudiziario, non avrebbe messo in sicurezza l’area contaminata e posta sotto sequestro. Tra gli imputati, anche l’ex curatore fallimentare di Isochimica, Leonida Gabrieli, per la mancata bonifica del sito, e, per omissione in atti di ufficio, il medico della Asl, Luigi Borea, responsabile dell’Unità operativa amianto.