Al termine di un mirato servizio volto a contrastare il fenomeno della prostituzione, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avellino hanno fatto irruzione all’interno di un appartamento di via Tagliamento ad Avellino, sorprendendo ben 4 donne di nazionalità straniera dedite all’attività di meretricio e sottoponendo poi l’intera unità abitativa a sequestro penale. L’attività investigativa è nata, come spessissimo accade, partendo da alcune lamentele dei condomini, comparate con l’apparizione degli annunci online sul famoso sito eBakeka.

È stato così che, sin dal pomeriggio di ieri, i militari dell’Arma hanno disposto un servizio di osservazione e controllo in abiti borghesi nei pressi della presunta attività di prostituzione. Nel corso del servizio, sono state effettivamente notate delle persone, esclusivamente di sesso maschile, che facevano – a turno – ingresso all’interno dell’abitazione, fermandosi dinanzi al portone per telefonare e farsi spiegare l’appartamento cui citofonare. Una volta usciti, questi uomini sono stati subito fermati e sentiti a sommarie informazioni dai carabinieri di Avellino, che hanno così avuto perfetta contezza che in quell’appartamento si stesse effettivamente consumando un’attività di meretricio.

Tutti i clienti fermati, infatti, descrivevano la stessa dinamica: avevano avuto modo di conoscere dell’esistenza di quella casa d’appuntamento grazie ad un’inserzione su internet, avevano poi contattato il numero telefonico fornito nell’annuncio, al quale rispondeva una delle donne presenti nell’alcova, con la quale si mettevano d’accordo sul prezzo, sull’ora e sul luogo dell’appuntamento. Una volta fatto accesso nell’appartamento, il cliente doveva dare un pagamento anticipato tra i 50 e i 100 euro a seconda della prestazione e della prostituta scelta, prima d’iniziare l’attività di meretricio.

Di fronte alle ripetute conferme avute dai clienti nell’arco dell’intero pomeriggio, verso le ore 18:00 i carabinieri hanno deciso di fare ingresso all’interno dell’abitazione, trovando però non poche difficoltà. Le donne, infatti, alla vista dei carabinieri, si sono barricate all’interno dell’appartamento, con la ferma intenzione di non aprire. Solo una lunga mediazione e l’evidenza che, nel caso non avessero aperto, si sarebbe dovuto procedere a sfondare la porta, hanno fatto sì che la più grande delle 4 cedesse ad aprire la porta blindata d’ingresso. È stato così che i carabinieri hanno potuto generalizzare quelle donne in 3 colombiane, classe 1968, 1971 e 1980, ed in una quarta spagnola classe 1967, tutte regolari sul territorio nazionale e senza una fissa dimora in Italia.

Nel corso della successiva perquisizione locale dell’appartamento, di cui è risultata locataria una delle 4 donne, i militari dell’Arma hanno potuto rinvenire profilattici, i telefoni cellulari su cui i clienti contattavano le donne, nonché denaro contante per ben 2.000 euro, costituente il provento delle varie prestazioni sessuali effettuate nel pomeriggio. Le donne sono state poi portate in caserma per essere sentite in merito alla loro attività di meretricio, quindi rilasciate con una denuncia penale per il reato previsto dall’articolo 3 della legge n.75 del 20/02/1958 concernente la conduzione e l’esercizio di una casa di prostituzione. Le donne erano arrivate in città da appena 1 settimana, ma l’attività di meretricio era già più che fiorente, visti i lauti incassi, che si aggiravano sui 2/3.000 euro al giorno.

Tutta l’attività andrà quindi ora al vaglio di convalida della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, nella persona del sostituto procuratori di turno, dott.ssa Maria Luisa Buono e coordinata dal Procuratore Capo, dott. Angelo di Popolo.

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