BENEVENTO – “Noi vogliamo che la tutela della salute di chi lavora in carcere sia effettivamente esercitata, e non sia solo un argomento che occupa pagine di libri e dispense. Questo a Benevento non e’ avvenuto, per cui chi dirige la struttura deve essere avvicendato perche’ deve mettere coloro che lavorano a stretto contatto con i detenuti – come i poliziotti penitenziari – nelle condizioni di operare con tutte le tutele, a cominciare da quelle sanitare”.
Il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe) Donato Capece torna a chiedere un’indagine all’Amministrazione Penitenziaria su quanto avvenuto nel carcere di Contrada Capodimone a Benevento, dove cinque giorni fa quattro agenti sono stati contagiati da tubercolosi da cui era affetto un detenuto. “Il detenuto – aggiunge Capece – era per giunta un lavorante ed era a costante contatto con detenuti, agenti ed altri operatori penitenziari. Ma come e’ possibile che un detenuto con la tubercolosi possa essere ammesso al lavoro interno? – chiede – Come e’ possibile che la Direzione abbia sottovalutato questa cosa? I quattro poliziotti sono risultati positivi agli accertamenti disposti solo dopo che ‘erano scappati i buoi”’.