Uno dei due banditi autori del colpo è stato riconosciuto dall’anziana vittima di una rapina che provocò l’anno scorso la morte del fratello. Lo ha fatto nell’udienza di ieri mattina della Corte di Assise che vede a giudizio Paolo Spitaletta, il 50enne di Tocco Caudio accusato di rapina, omicidio preterintenzionale e porto d’armi in luogo pubblico. Il reato di omicidio preterintenzionale è legato agli sviluppi tragici della rapina avvenuta a Montesarchio il 10 aprile del 2018. In quell’occasione Giovanni Parente, 83 anni, fu aggredito, malmenato e colpito con un pugno che lo fece prima sbattere con la testa contro un muro e poi a terra. Per le ferite riportate fu ricoverato all’ospedale Rummo, dove morì dopo due settimane di agonia.

Per le stesse accuse avrebbe dovuto rispondere in concorso anche Valentino Improta, 26 anni, di Montesarchio, se non fosse stato ucciso. Il 4 maggio, infatti, era stato rinvenuto senza vita, ammazzato con due colpi di fucile a canne mozze e carbonizzato, sul monte Taburno, in una Fiat Punto, intestata alla madre, ferma alla località Cepino di Tocco Caudio, nelle vicinanze di un’area pic-nic. Un omicidio di cui è imputato lo stesso Spitaletta, che lo avrebbe compiuto per paura che Improta lo chiamasse in causa.

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