Prendere il controllo delle piazze di spaccio di Pianura eliminando le paranze locali. E’ questo il sospetto degli investigatori che, tre giorni fa, hanno interrotto un summit di camorra che si stava tenendo in un’officina di via Montagna Spaccata. Quattro le persone arrestate con le accuse di porto e detenzione di armi da sparo e ricettazione. Gli agenti del commissariato ‘Pianura’, infatti, nel corso della perquisizione hanno trovato due pistole semiautomatiche calibro 7,56, un’altra pistola, anche questa semiautomatica, calibro 9, un coltello a serramanico con una lama da 12 centimetri e, infine, 40 proiettili di varo calibro. Un vero e proprio arsenale perfettamente funzionante e pronto all’uso. Ciò che ha colpito l’attenzione degli investigatori, però, non è stato il sequestro delle armi quanto l’identità dei 4 uomini che ne avrebbero avuto la disponibilità. In manette, infatti, sono finiti Umberto Loffredo, ras della mala di Pianura noto con il soprannome di ‘Padre Pio’, Francesco Scognamillo, nipote del boss Antonio di Soccavo, quest’ultimo strettamente imparentato con i Grimaldi, Gennaro Catone, indicato come uno dei reggenti della cosca di Miano che ha preso il posto dei Lo Russo e il suo autista Michele Sepe. Tre boss di tre quartieri diversi, tutti armati, che si incontrano in una officina fuori mano è un qualcosa che non capita tutti i giorni. Questo lo sanno bene i poliziotti di Pianura che, immediatamente, si sono buttati a capofitto nelle indagini per cercare di capire il motivo di quello che era un vero incontro al vertice.
Tante le ipotesi al vaglio ma una su tutte sembra, almeno per adesso, attirare le attenzioni degli investigatori ossia quella che l’incontro fosse stato indetto per pianificare una imminente offensiva per acquisire il controllo di Pianura. Diversi gli elementi a sostegno di questa ipotesi a cominciare dalla presenza del ras Loffredo. Il suo nome, già da qualche tempo, circola negli ambienti investigativi che seguono con interesse quanto sta accadendo nel quartiere flegreo, diviso tra gli Esposito-Marsicano e i Carillo-Perfetto. Vicino ai primi fino a qualche mese fa, Loffredo si sarebbe allontanato a causa di contrasti con i vertici del sodalizio, finendo ai margini dello scacchiere malavitoso pur mantenendo, secondo gli investigatori, un ruolo di primo piano nel settore degli stupefacenti. Uno spazio che, però, potrebbe aver cominciato a ritenere stretto. Un motivo che, questa l’ipotesi investigativa, potrebbe averlo spinto a chiedere l’appoggio dei mianesi, desiderosi di allargare la loro sfera d’influenza ben oltre i confini della periferia nord. Un’intesa che potrebbe essersi allargata anche a Scognamillo, desideroso dal canto suo di riprendere il controllo di Soccavo soppiantando i rivali della cosca Vigilia. Il suo appoggio, insieme a quello di Loffredo, avrebbe permesso a Catone e ai suoi uomini di tracimare nella periferia flegrea, dove il fiorente mercato della droga fa droga a molti. Un’ipotesi che se confermata aprirebbe a scenari inquietanti soprattutto perché i mianesi, che da soli non hanno la forza per conquistare Pianura e Soccavo, sarebbero appoggiati da qualche altra organizzazione criminale, molto più pericolosa.