Puntano la pistola verso il cielo, a volte nemmeno così in alto. Mirano alla notte, al buio. I maschi, con l’immancabile barba lunga, ridono mentre sparano. Ma ci sono anche ragazze, a volte molto giovani, un po’ più incerte: tengono l’arma con due mani, dritta davanti a loro, girano il volto come se avessero paura. Sono decine, alcuni sui balconi di casa, altri addirittura per strada, nei vicoli, tra le ali di palazzi. Ci mettono il nome, il cognome, il volto. Perché dopo aver sparato, tra le risate degli amici, pubblicano il video sui social, in particolar modo su Tiktok, con tanto di scritta in sovrimpressione: buon 2022. Si festeggia anche così il Capodanno a Napoli. La città delle pistole. Sono decine i filmati comparsi nelle scorse ore che vedono persone impugnare un’arma e sparare nella notte dell’ultimo dell’anno. In molti casi sono pistole a salve, sembra di percepire un rumore diverso, più attutito, come di un giocattolo. Alcune di queste sono identiche a quelle vere, si vendono e si recuperano con facilità sul web. Ma altre no, c’è il ritorno di fiamma, c’è il colpo sordo e netto dello sparo. Ma soprattutto c’è chi si è visto attraversare il corpo da un proiettile. È successo a un uomo di 40 anni, dello Sri Lanka, che tre ore prima della mezzanotte è sceso a fumare davanti casa sua, in un vicolo dei Quartieri Spagnoli, nella zona di Montecalvario. Impazzava già la sarabanda dei fuochi d’artificio, che si è fatta totalmente beffa dell’ordinanza di divieto del sindaco Manfredi. Nel trambusto dei petardi, l’uomo ha sentito prima una esplosione vicinissima, poi un bruciore in petto. Perdeva sangue, era stato colpito da qualcosa. Il dramma proprio davanti ai figli. Trasportato d’urgenza in ospedale, al Pellegrini nella Pignasecca, si è capito che era stato raggiunto da un proiettile in pieno torace. Per fortuna nessun organo vitale è stato leso. La prognosi è riservata ma non c’è pericolo di vita. Sarebbe bastato che quello sparo nel buio, che lo ha colpito probabilmente in caduta dall’alto, deviasse di pochi millimetri e il proiettile avrebbe fatto un altro morto da sparo vagante di Capodanno. Ecco perché ognuno di quei video, che sia con una pistola vera o a salve, mette in scena la violenza e la morte. Proprio la morte, del resto, toccò al pizzaiolo Nicola Sarpa, nel 2009, ucciso, sempre nei Quartieri Spagnoli, da un colpo di pistola vagante nei primi minuti dell’anno. O come accadde in provincia, a Torre Annunziata, a Giuseppe Veropalumbo, ucciso il 31 dicembre del 2007 da una pallottola che entrò fin dentro casa. Due anni fa toccò con meno sfortuna a una ragazza di 19 anni, a Caserta, colpita all’addome da un colpo di pistola mentre era affacciata al balcone di casa. Se la cavò, per fortuna, dopo un lungo ricovero.
Che Napoli sia la città delle armi lo dicono anche i carabinieri, che nelle ultime ore dell’anno hanno presentato il loro rapporto sulle attività svolte nel 2021. Al capitolo armi, risultano rinvenute e sequestrate 400 tra bombe da mortai, mitragliatrici, fucili e pistole oltre a 16350 detonatori e centinaia di armi bianche. Veri e propri arsenali sono stati più volte ritrovati in città e in provincia. Uno in un negozio di ortofrutta a Bagnoli (10 pistole, 6 kalashnikov, 5 pistole mitragliatrici, due giubbetti anti-proiettili, 1 bomba carta e diverso munizionamento). Artiglieria della camorra. Ma ci sono numeri allarmanti anche per le licenze di armi per uso sportivo o per legittima difesa. I dati dell’Osservatorio Opal dicono che le autorizzazioni per le armi rilasciate in provincia di Napoli sono oltre 42mila, numero da record nazionale. Ma sono tante anche quelle di Salerno, che superano le 25mila, e quelle di Caserta, circa 23mila. Il totale della Campania fa 117mila autorizzazioni per detenzione di arma. Decine sono, infine, i ragazzi – anche incensurati – che, soprattutto nei week end – quando le pattuglie dei carabinieri usano apposta un metal detector ai posti di blocco – portano con loro armi. Una pistola nella cintura per andare a bere, a ballare, a divertirsi con gli amici. Perché non usarla a Capodanno, allora, invece che sparare un petardo? E perché non farsi filmare per vantarsene sui social? Tanto poi si può sempre dire che è un’arma giocattolo, una pistola a salve. Ma se a volte è finta l’arma, non è mai finto il gesto. Impugnare una pistola, puntarla, fare fuoco è un linguaggio. Vocabolario criminale nella Napoli delle pistole.