Questa mattina, ad epilogo di delicate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere, personale specializzato della “Sezione reati sessuali e in danno di minori” della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal Vice Questore Alessandro Tocco, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Uff. GIP presso il Tribunale sammaritano, in relazione ai reati di violenza sessuale e maltrattamenti, continuati ed aggravati dall’avere commesso il fatto anche in danno di minore, nei confronti di un uomo di 42 anni.

 

La misura costituisce l’epilogo di una scrupolosa e meticolosa indagine avviata nel marzo scorso dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Procura sammaritana, a seguito delle denunce presentate da una delle figlie dell’uomo.

 

La ragazza, minore degli anni 18, notata piangere in strada dagli Agenti di una Volante della Polizia di Stato, aveva confidato ai Poliziotti di essere scappata da casa per sottrarsi alle morbose attenzioni del padre.

Immediatamente condotta presso la Squadra Mobile, ove da tempo il Sostituto Commissario Rosa CIMMINO si occupa con grandissimo impegno dei reati in danno dei minori (per tale motivo recentemente premiata presso il Rotary Club di Caserta), dopo essere stata tranquillizzata e rifocillata, ha ribadito quanto aveva detto agli Agenti, fornendo ulteriori dettagli che vedevano vittima del presunto mostro anche un’altra figlia da poco maggiorenne.

Quest’ultima confermava che il padre, da alcuni anni, aveva riservato loro morbose attenzioni, minacciandole ed intimidendole.

I successivi approfondimenti investigativi, anche di natura tecnica, permettevano agli investigatori, oltre che di svelare un contesto familiare caratterizzato da profondo degrado morale e materiale, di riscontrare il già grave quadro indiziario emerso dalle concordanti dichiarazioni delle vittime, le quali sin dall’avvio delle indagini venivano allontanate dalla loro famiglia: la minore veniva affidata ad una “casa famiglia”, mentre la sorella maggiore trovava ospitalità presso analoga struttura.

Peraltro, gli investigatori avevano modo di constatare come la determinazione nel denunciare gli abusi del genitore della ragazza minore avesse offerto alla sorella le motivazioni necessarie a rompere le iniziali resistenze a rivelare ai Magistrati della Procura di S. Maria C. V. (CE), che coordinavano le indagini, le violenze subite a sua volta.

Inoltre, durante le indagini emergevano anche i tentativi del padre di “orientare” le dichiarazioni testimoniali della moglie e dei figli maschi conviventi, probabilmente ignari delle sue aberrazioni, al fine di screditare la credibilità delle due giovani, attribuendo le denunce al solo desiderio di sottrarsi ad un presunto rigore educativo imposto dal padre.

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