VILLA LITERNO – Erano stati realizzati grazie a regolari permessi comunali ma anche con macroscopiche violazioni delle norme e dei regolamenti edilizi: il caseificio “Santa Rita” e il bar “Rita Blu” di Villa Literno sono stati sequestrati preventivamente dalla polizia Casapesenna che ha eseguito un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta del pm Giorgia De Ponte della locale Procura.
Il caseificio “Santa Rita” è di proprietà di Giovanni Nobis, 51 anni, fratello di Salvatore, soprannominato “Scintill”, elemento di spicco dei Casalesi e uomo di fiducia del boss Michele Zagaria. Il bar, invece, era gestito da Donato De Carlo, 32 anni, nato in Germania ma residente a Casapesenna. La struttura, che accoglie caseificio e bar, nel corso degli anni è stata ampliata più volte (23 giugno 2005, 25 febbraio 2008 e 9 giugno 2010) e, per quanto riguarda i locali in cui ora é stato allestito il punto vendita dei prodotti caseari, realizzati con una concessione risalente al 19 luglio del 2002, non è stato possibile procedere al sequestro in quanto è sopraggiunta prescrizione. La polizia ha comunque chiesto al servizio sanitario del Comune e all’Asl delle ispezioni per accertare la prevista sussistenza delle prescritte condizioni igienico-sanitarie. Secondo quanto accertato dagli agenti di Casapesenna – guidati dal vice questore aggiunto Alessandro Tocco – i manufatti sarebbero stati realizzati in violazione delle norme e dei regolamenti edilizi ma con tanto di concessioni e permessi rilasciati dall’ufficio tecnico del Comune di Villa Literno. Avvisi di garanzia, infatti, sono stati notificati, oltre che a Giovanni Nobis, anche agli ingegneri Luca Diana, 39 anni e Claudio Valentino, 56 anni, ex digigenti dell’ufficio tecnico e del servizio urbanistica di Villa Literno, all’architetto Carmine Domenico Nocera, 43 anni e al geometra Giuseppe Esposito, di 51 anni.