L’ex governatore Antonio Bassolino è stato ascoltato come teste della difesa nel processo in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere sui presunti appalti truccati all’Asl di Caserta. Interrogato prima dall’avvocato Virginio Marino, difensore dell’ex dg dell’Asl, Alfonso Francesco Bottino, e poi dal sostituto procuratore Antimafia, Luigi Landolfi, Bassolino ha ricostruito i passaggi fondamentali della nomina di Bottino alla carica di direttore. “L’iter fu seguito come da prassi dagli uffici dell’assessorato alla Sanità, retto in quel periodo da Rosalba Tafuro”, ha detto l’ex governatore della Regione Campania. “Se durante la procedura gli uffici avessero rilevato qualche incongruenza lo avrebbero comunicato alla giunta, ma ciò non avvenne, pertanto ritengo che l’iter fu assolutamente legittimo, così come la proroga – ha detto ancora Bassolino – avvenuta nel 2006 per effetto della legge sul risparmio delle spese sanitarie”. L’istruzione di procedure per un nuovo affidamento, – ha spiegato – sarebbe stato più dispendioso e quindi in conflitto con le politiche del risparmio”. “In quella fase – ha concluso Bassolino – l’assessore regionale alla Sanità era Angelo Montemarano”. Nel processo in questione, la Dda di Napoli contesta a Bottino e Angelo Grillo la corruzione in concorso, ad Angelo Polverino la turbativa d’asta, a Lazzaro Luce la corruzione e la turbativa.