Ha respinto le accuse, negando di aver versato tangenti destinate al sindaco, a un dirigente comunale e un intermediario, ritenuto dagli inquirenti legato al clan dei Casalesi. L’imprenditore Marco Cascella, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su presunte infiltrazioni della camorra in appalti nel Casertano, durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi a Palazzo di Giustizia davanti al gip Anna Laura Alfano, ha negato gli addebiti contestati nell’ordinanza di custodia emessa nei suoi confronti per i reati di concorso in corruzione e turbativa d’asta. Assistito dall’avvocato Sebastiano Fusco, l’imprenditore – amministratore di una società che ha si è occupata della ristrutturazione dello storico palazzo Teti Maffuccini a Santa Maria Capua Vetere – ha risposto alle domande del gip e dei pm della Dda di Napoli. A quanto si è appreso, Cascella ha in particolare sostenuto di non essere a conoscenza di tangenti versate all’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro, al dirigente del settore Lavori pubblici Roberto Di Tommaso, e ad Alessandro Zagaria, l’imprenditore con un ruolo di intermediario nella vicenda che i magistrati ritengono ”trait d’union” tra politici, amministratori e il clan dei Casalesi. Tangenti per complessivi 100mila euro, secondo la quantificazione fatta dagli investigatori. Cascella ha anche negato di aver concorso nel realizzare la ”provvista” attraverso l’emissione di false fatture. La difesa ha sottolineato, tra l’altro, che l’imprenditore viene chiamato in causa nella vicenda da intercettazioni telefoniche in cui lui non compare mai ma vi si fa riferimento solo indirettamente.