Potrebbe essere il Dna rinvenuto su alcuni reperti sequestrati 15 anni fa, quando fu ritrovato il corpo di Romina De Gaudio, a rivelare il nome dell’assassino della 19enne originaria del napoletano ritrovata uccisa a pistolettate nel boschetto della Reggia di Carditello a San Tammaro (Caserta). Il pubblico ministero, Gerardina Cozzolino della Procura di Santa Maria Capua Vetere, dovrà decidere, nei prossimi giorni, sulla riapertura del caso rimasto irrisolto, dopo nuovi importanti elementi investigativi. La difesa, l’avvocato Francesco Stefani, nuovo legale di Ciro Gallo, zio della ragazza trovata morta 15 anni fa, il 20 luglio 2004, sta aspettando di essere autorizzato per svolgere nuovi esami sul materiale ritrovato sulla scena del crimine. «C’è richiesta del Dna sui reperti in sequestro affinché sia comparato col profilo genetico di uno di coloro che all’epoca è stato già indagato. Inoltre c’è da capire se lo slip ritrovato sul luogo del delitto sia effettivamente di Romina visto che non è mai stato fatto il Dna della ragazza e ne tanto meno è stato comparato con il profilo genetico ritrovato sui reperti».
È quanto dichiarato all’ Adnkronos l’avvocato fiorentino Stefani, che ora attende la decisione del pm. Lo scorso giugno, la rivelazione in una lettera anonima, del numero di targa attribuito all’auto nella quale sarebbe stata attirata Romina poche ore prima di sparire dalla città di Aversa dove lavorava come promoter telefonica. Il numero di targa è risultato corrispondere a quello di un cittadino aversano all’epoca padre di due figli dell’età dell’uomo della lettera. A questo punto, la difesa, dopo aver visionato le carte, ha potuto valutare che ci sono davvero delle piste importanti che porterebbero alla svolta del caso. Piste che in passato erano passate in secondo piano. Dalle tracce del Dna e dagli esami, da effettuare con attrezzature più sofisticate sugli indumenti ritrovati e su altri oggetti, si potrebbe scoprire il nome del colpevole. Romina era originaria di via Camaldolilli al Vomero e la mattina del 4 giugno del 2004 salutò la madre Grazia Gallo (morta 4 anni fa) per l’ultima volta. Il corpo in decomposizione della 19enne fu ritrovato il 20 luglio 2004. Il movente sessuale rimane la causale più accreditata dell’efferato delitto.