I militari della Guardia di Finanza di Mondragone, al termine di una complessa attività di polizia economico-finanziaria, hanno posto sotto sequestro circa 100 imbarcazioni, nonché l’intera linea di lavorazione della vetroresina e del legno della Manò Marine, nota azienda casertana specializzata nella produzione di natanti di pregio.
La vicenda inizia nell’ottobre scorso quando, a causa dei forti debiti accumulati, il Tribunale di Napoli ha dichiarato il fallimento della società e, al fine di soddisfare le numerose richieste avanzate dai creditori, atteso anche il delicato momento di congiuntura economica, ha affidato la gestione dell’impresa ad un collegio di curatori appositamente nominato.
A seguito di un immediato accesso disposto dall’Autorità Giudiziaria nella sede della società in Carinaro (CE) e presso il deposito delle imbarcazioni in Gricignano d’Aversa (CE) sono immediatamente emersi concreti elementi indiziari nei confronti del titolare dell’attività, atteso che i locali sono risultati completamente vuoti, così come non vi era traccia nemmeno delle barche affidate alla ditta per il c.d. “rimessaggio invernale”.
A questo punto i Finanzieri hanno posto in essere una serie di attività investigative finalizzate ad evitare che, in poco tempo, il patrimonio della società potesse “sparire” senza possibilità per i creditori di vedere riconosciuti i loro interessi.
Attraverso appostamenti, pedinamenti e osservazione notturna, le Fiamme Gialle sono riuscite ad individuare in Castel Volturno il probabile luogo dove erano stati occultati i natanti e trasferite le linee di produzione dell’azienda. Infatti, all’interno di una vasta area, dedicata solitamente allo stoccaggio delle imbarcazioni nel periodo invernale, sono state rinvenute numerose imbarcazioni dello stesso tipo e modello proprio dell’azienda fallita, oltre a numerosi stampi in vetroresina e minuteria nautica.
Le successive indagini hanno permesso di accertare che due dipendenti della vecchia azienda, immediatamente dopo il fallimento, avevano creato una società fittizia, che usava praticamente lo stesso nome della prima, al solo scopo di sottrarre fraudolentemente alla procedura fallimentare l’importante ramo d’azienda costituito dal “rimessaggio e sosta” delle barche durante il periodo invernale. La certezza delle prove è arrivata quando a precise domande dei militari, i presunti amministratori non hanno saputo indicare la sede legale della società, l’esatta composizione del capitale versato e addirittura il notaio presso il quale la stessa era stata costituita.
I militari hanno quindi sottoposto a sequestro l’intera area e più di 100 imbarcazioni, oltre ad arredi in legno pregiato, motori “Mercury Marine” di elevata potenza, attrezzature per la costruzione delle barche e trattamento della vetroresina. Il valore del patrimonio posto sotto sequestro si aggira su oltre 70 milioni di euro.
Il titolare dell’azienda fallita e i due soggetti “prestanome” sono stati denunciati, in concorso tra di loro, per il reato di bancarotta fraudolenta.