Cresce il numero di beni confiscati alle mafie in Italia. Secondo i dati aggiornati a dicembre 2012, sono circa 13mila i beni confiscati tra immobili e aziende di cui circa il 60 per cento destinato e assegnato a cooperative o Comuni per il riutilizzo a fini sociali, mentre sono circa 1.600 i beni immobili gravati da ipoteche. I dati sono stati resi noti a Napoli, prima tappa del Forum sul riutilizzo dei beni confiscati che, toccherà anche la Puglia, la Sicilia, la Calabria e alcune regioni del Centro-Nord, per poi concludersi a Roma a febbraio con un’iniziativa di respiro nazionale.
In Campania, la manifestazione è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Polis, ente regionale. Obiettivo della manifestazione – come spiegato dagli organizzatori – è mettere a fuoco ”le luci e le ombre” sul tema della confisca dei beni sottratti alla criminalità organizzata. In Campania, dati al 31 dicembre 2012, sono stati confiscati 1918 beni di cui 1571 immobili e 347 aziende. Nella provincia di Napoli, 317 sono in gestione, 465 destinati e consegnati, 90 quelli destinati e non consegnati , 19 quelli usciti dalla gestione per un dato complessivo pari a 991. Segue la provincia di Caserta dove sono 120 gli immobili in gestione, 304 i destinati e consegnati, 7 i destinati e non consegnati e 13 quelli usciti dalla gestione, per un dato totale di 444 immobili. Circa 70 – come sottolineato da Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera – le cooperative e le associazioni censite in Campania che gestiscono direttamente beni immobili sottratti alla criminalità, realtà che ”esistono soltanto grazie alla possibilità data loro proprio dalla confisca dei beni e dal loro riutilizzo a fini sociali”.
Esperienze che – è stato evidenziato – danno lavoro a tantissimi giovani. Diverse le proposte di Libera per rafforzare l’utilizzo dei beni tra cui ‘Libera il Welfare’ progetto per l’uso sociale come la destinazione di appartamenti vuoti per rispondere all’emergenza abitativa o per creare servizi sociali; iniziative anche per le aziende confisca te come ‘il co-working’ per mettere insieme più cooperative o ‘Impresa bene comune’ che prevede l’adozione da parte di imprese sane delle aziende confiscate per non farle fallire. ”Il nostro obiettivo – ha dichiarato Fontana – è raggiungere il 100 per cento del riutilizzo dei beni confiscati”. Un ‘riscatto’ contro le mafie che – ha sottolineato Enrico Tedesco, segretario generale della Fondazione Polis – ”si avrà solo se i beni sono usati bene, messi a frutto con servizi di qualità”. Un campo in cui la Campania può essere – ha proseguito – ”regione pilota grazie alle molte esperienze realizzate che vedono la produzione di prodotti agroalimentari di qualità realizzati, soprattutto, nelle aree della Terra de i fuochi e che sono prodotti biologici certificati come lo è tutta la filiera. Questo – ha concluso – è il vero pacco alla camorra”.