In arrivo una raffica di rinvii a giudizio a un anno esatto dagli arresti nell’ambito dell’indagine della di Dda di Napoli sulla realizzazione dell’area Pip a Lusciano. Nell’inchiesta sono indagate 22 persone, tra cui spiccano i nomi del deputato Luigi Cesaro, dei suoi due fratelli Luigi e Aniello, e dell’ex sindaco Isidoro Verolla. L’unica posizione ad essere stata stralciata è quella di Nicola Turco, imprenditore ed editore, all’epoca dei fatti consigliere comunale di Lusciano. A quanto si apprende solo lui eviterà il processo e uscirà completamente pulito dalla vicenda giudiziaria. Dall’indagine della Procura, avviata nel novembre 2008 su fatti che risalgono al 2004, è emersa l’esistenza di una collaudata e duratura connivenza di alcuni dei massimi esponenti della criminalità organizzata locale, come Raffaele Bidognetti, figlio di Francesco detto Cicciotto ‘e Mezzanotte, con esponenti e funzionari dell’amministrazione comunale di Lusciano, e con soggetti di elevata statura imprenditoriale. Stando alle accuse gli accordi erano finalizzati a garantire a imprenditori compiacenti, previo illecito guadagno da parte di tutti i soggetti interessati, l’aggiudicazione di gare d’appalto (o di assegnazione di lavori pubblici attraverso altre procedure) violando il rispetto delle norme di lecita concorrenza e di procedura di assegnazione degli appalti. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli e dai sostituti Antonello Ardituro (oggi al Csm), Giovanni Conzo, Marco Del Gaudio e Cesare Sirignano (oggi all’Antimafia nazionale), l’assegnazione dei lavori per la realizzazione dell’area per lo sviluppo industriale e di un centro sportivo. Il 23 luglio 2014 il Gip emise sette misure cautelari in carcere. Per Luigi Cesaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta, fu chiesta l’autorizzazione a procedere alla Camera. Mentre furono arrestati i due suoi fratelli, Aniello e Raffaele, l’ex sindaco di Lusciano Isidoro Verolla, l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro, Nicola Santoro, responsabile dello staff del sindaco, Angelo Oliviero, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Lusciano, e Bernardo Cirillo, cugino del boss Francesco Bidognetti. Gli arresti furono poi revocati dal Riesame ma solo per mancanza di esigenze cautelari. Per altri sette indagati, tra cui Nicola Turco, il gip rigettò le richieste dei pm. E probabilmente proprio Turco è l’unico che eviterà il processo. Per tutti gli altri invece già sarebbero pronti i rinvii a giudizio.

Mario De Michele

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