Cinque persone sono state raggiunte questa mattina da un decreto di fermo firmato dal pool antimafia di Napoli guidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Sono accusati di aver fatto parte del gruppo chdi sotto il nome di “nuova gerarchia del clan dei casalesi” si proponeva di ricomporre le fila dello storico clan dei casalesi, in particolare dei Bidognetti. Le accuse sono a vario titolo di estorsione e detenzione illegale di armi e materiali esplodenti con l’aggravante della modalità e della finalità mafiosa. Le indagini condotte dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa, concentrate sui fatti da febbraio a maggio scorsi, hanno consentito di far luce su alcuni attentati dinamitardi contro appartamenti e negozi avvenuti nei mesi scorsi a Parete, Giugliano e lungo il litorale domizio. Nell’ambito dell’inchiesta che ancora prosegue sono stati inoltre sequestrati 11 ordigni esplosivi, due fucili, una pistola e una mitragliatrice. Le estorsioni, consumate e tentate, avevano come vittime imprenditori locali. Il pizzo imposto da dicembre 2016 a maggio scorso oscillava tra i 500 e i 4500 euro. I soldi andavano nelle casse della famiglia Bidognetti. Gli arrestati sono Massimo Perrone, 41 anni, Emanuele Gatto, 22 anni, Vittorio Giarnieri, 24 anni, Luigi Moschino, 35 anni, Gaetano Celeste, 40 anni.