Campioni di terreno all’interno del perimetro della Centrale elettronucleare Garigliano, in provincia di Caserta, sono stati prelevati oggi dai tecnici della procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’inchiesta aperta per verificare se siano stati interrati rifiuti radioattivi nella zona, in corso da tempo. Ai carotaggi, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, erano presenti anche i militari della Guardia di Finanza che conducono l’inchiesta, funzionari dell’Ispra e dell’Arpac.

Secondo l’ipotesi accusatoria, nel perimetro della Centrale – gestita dalla Sogin, i cui vertici attuali starebbero collaborando con la procura – sarebbero stati seppelliti rifiuti radioattivi, in particolare materiale utilizzato all’interno dell’area, tra cui maschere, tute e manometri. Nel corso di questi mesi gli investigatori e gli inquirenti avrebbero trovato infatti anche una serie di documenti che attesterebbero che la società era consapevole dell’interramento dei rifiuti e i registi, su cui sarebbero dovuti essere segnati gli spostamenti dei rifiuti, scritti a matita e pieni di cancellature. Ma non solo: i militari della Guardia di Finanza avrebbero anche trovato negli archivi della centrale una serie di fotografie in cui sarebbero documentate le fasi di interramento del materiale radioattivo. La zona dove sono stati eseguiti i carotaggi, sempre secondo quanto si è appreso, sarebbe quella limitrofa alla cosiddetta ‘trincea’, l’area posta già sotto sequestro nei mesi scorsi perché i valori delle radiazioni erano superiori alla norma.

 

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